Trent'anni dall'esodo albanese/ Il premier Edi Rama a Brindisi: «La solidarietà della gente comune fece la differenza»

Trent'anni dall'esodo albanese/ Il premier Edi Rama a Brindisi: «La solidarietà della gente comune fece la differenza»
di Roberta Grassi
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Sabato 6 Marzo 2021, 14:07 - Ultimo aggiornamento: 16:25

BRINDISI - «La solidarietà della gente comune quel giorno ha dimostrato che è la politica che fa da distributore della paura e non sono le persone semplici il problema, ma quei politici che fanno da diffusore di odio e paura». Così il premier albanese, Edi Rama, che oggi ha partecipato al ricordo per il trentennale dello sbarco di 25mila profughi albanesi a Brindisi, alla presenza del presidente della Regione, Michele Emiliano, del presidente del consiglio regionale, Loredana Capone, del sindaco, Riccardo Rossi e del primo cittadino dell'epoca, Pino Marchionna, il quale nel 1991 invitò i brindisini ad accogliere e aprire le porte di casa.

“Brindisi è più bella di Bari, non è un opinone, è un fatto. Non è colpa tua, l'hai trovata così”. Ha scherzato con il governatore della Puglia, Michele Emiliano, il premier albanese, Edi Rama.
Emiliano ha risposto: “Io poi mi devo ritirare a casa, abbiate cautela” ha risposto.
“Tutta la Puglia è bellissima – ha concluso Rama – io mi sento a casa. E' vero che in Albania se dici che sei pugliese è ancor meglio che italiano, perché abbiamo il destino della vittima dei pregiudizi, un destino comune”.
“Gli albanesi arrivarono quel giorno affamati di libertà, di pane. Poi il loro percorso è stato difficile ma sempre in progresso. Poi sono entrati tutti nella vita quotidiana ed econonomica del Paese. Sono quasi 50mila le piccole e medie imprese albanesi in Italia, ora sono arrivati al punto di ottenere il riconoscimento dei contributi sulle pensioni”, ha detto Edi Rama.
“E' un problema che risolveremo con il governo italiano - ha aggiunto - ma è un punto di arrivo di una storia di trent'anni, dove quelli che all'epoca erano degli alieni che arrivavano da un mondo completamente chiuso, oggi sono integrati e rispettati in questo Paese dove ci siamo sempre sentiti a casa”. “Siamo anche felicissimi di vedere tanti italiani venire, lavorare e studiare in Albania – ha detto – spero che possiamo fare di più insieme”. “Voglio concludere con un tributo a una persona che all'epoca forse era solo un giovane sindaco di Brindisi, ma è bastato un solo giorno per renderlo un personaggio della storia dell'Albania e un personaggio che gli albanesi non dimenticheranno mai, il sindaco Marchionna, il quale deve essere impiegato dal governo italiano per fare lezioni private ai politici italiani che vogliono governare il Paese e che sono ossessionati dalle barche.

Bisogna fargli fare lezioni di nuoto, e fargli fare passeggiate in barche per non essere così ossessionati. Le barche non portano la fine del mondo, ma la possibilità di aprirsi al mondo”.

Il progetto di trasformare il 7 marzo in una giornata nazionale dedicata all'incontro tra il popolo albanese e quello italiano, replicando ogni anno la visita delle rappresentanze ufficiali albanesi in Puglia, a Brindisi. E un museo "perché i vostri figli e i nostri figli conservino per sempre la memoria dell'accoglienza del popolo brindisino". Sono le proposte che il premier albanese Edi Rama ha condiviso questa mattina.

Ha chiesto il riconoscimento di una medaglia d'oro al valore civile per Brindisi, il sindaco Riccardo Rossi, in occasione del trentennale dello sbarco di 25mila profughi albanesi, celebrato al porto alla presenza del premier albanese Edi Rama: “L'esodo albanese del marzo 1991 ha rappresentato per la città di Brindisi uno dei momenti più importanti della storia recente. L'occasione che ci offre la ricorrenza del trentennale può rappresentare un momento di riflessione sulla reale portata storica di ciò che i brindisini hanno vissuto ed egregiamente interpretato. Le mille storie dei singoli, sono parte di una storia più grande, che quegli anni tumultuosi dopo la caduta del muro di Berlino ci raccontano”.
“I profughi albanesi trovarono qui una città matura, solidale, accogliente, in grado di abbracciare uomini e donne, aprire le proprie case, condividere il proprio cibo. Brindisi, la città con la sua gente, si fece carico di uno Stato assente due volte. La prima quando non fu in grado di prevedere questo esodo, la seconda quando non fu in grado di governarlo”.
“Molti sono stati i riconoscimenti alla città di Brindisi, ma ancora oggi, lo dobbiamo dire da brindisini, quello che ci manca è il più importante, quella medaglia d'oro al valore civile, il giusto tributo che lo Stato dovrebbe riconoscere alla città e alla sua gente, tante volte chiesta dai miei predecessori, ma ancora non arrivata”.

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