"Il porto di Brindisi è strategico": il governo corregge l'asse del Nord

"Il porto di Brindisi è strategico": il governo corregge l'asse del Nord
di Maurizio DISTANTE
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Lunedì 10 Settembre 2018, 07:25 - Ultimo aggiornamento: 09:35
Le parole prounciate dal ministro dell’Economia Giovanni Tria sul ruolo dell’Italia quale potenziale sbocco europeo naturale per la Via della Seta hanno prodotto negli ultimi giorni un vasto assortimento di reazioni, più o meno piccate, tra gli esponenti politici e istituzionali, a tutti i livelli. Il titolare del dicastero, che ha individuato nei porti del nord Adriatico e del Tirreno quelli pronti ad accogliere i bastimenti provenienti dal Vicino e dal Lontano Oriente, è stato “corretto”, anche se in senso lato, dal sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi, in visita a Brindisi in occasione della Giornata della memoria dei militari e civili scomparsi in mare, che a margine della cerimonia ha avuto parole al miele per il ruolo importante che la città ha nel panorama mediterraneo. «Credo che oggi, Brindisi – ha confermato il sottosegretario - rappresenti un momento importante per segnalare a tutto il Paese che il futuro dell’Italia è sul mare e che il Mediterraneo è centrale per lo sviluppo economico». L’esponente leghista non ha fatto riferimento alle parole del ministro ma le sue affermazioni sono state interpretate come ammorbidimento delle dichiarazioni rese da Tria. Il ragionamento del titolare dell’Economia, in più, andrebbe contestualizzato, secondo il consigliere regionale pentastellato Gianluca Bozzetti. «Non darei eccessivo peso a quanto detto dal ministro – spiega il consigliere – il ragionamento andrebbe contestualizzato, anche perché non credo proprio che Tria voglia creare delle sperequazioni territoriali. Il sottosegretario, invece, ha focalizzato la linea della maggioranza di governo».
Di segno opposto, invece, è la valutazione del collega di Bozzetti, il mesagnese Mauro Vizzino, seduto in consiglio regionale nei banchi del centrosinistra. «Ancora una volta – attacca – il Sud viene colpito e affondato da logiche incomprensibili: non è il primo caso, purtroppo. Quest’ultimo episodio ci dice in più che l’istituzione di un ministero dedicato al Meridione non ha portato i frutti sperati, vista la mancanza di considerazione delle istanze provenienti  dai nostri territori, totalmente ignorate dal governo: non solo il porto ma anche l’Ilva e i tanti altri temi centrali per il Sud».
Restando alla politica, Vizzino vede nel discorso di Rixi tutta l’incongruenza della maggioranza gialloverde. «Alle parole devono seguire i fatti, altrimenti restano proclami vuoti. Hanno chiamato la loro alleanza “governo per il cambiamento”: ci facciano fare un salto in avanti anziché i dieci indietro cui assistiamo praticamente ogni giorno».
Bozzetti, invece, punta il dito proprio contro il centrosinistra, reo a suo dire di aver determinato un decalssamento dello scalo brindisino. «La visione del porto di Brindisi è stata ridimensionata dalla riforma delle Autorità Portuali e dalle scelte politiche del governo guidato dal Pd che ha tolto al nostro porto la centralità che aveva un tempo: anche la Regione, con l’accorpamento delle autorità portuali, ha preferito Bari a Brindisi, prendendosi la sua parte di responsabilità».
L’analisi della situazione offerta dal consigliere a 5 stelle prosegue nel merito della faccenda, indicando nello sviluppo turistico la naturale vocazione per il porto di Brindisi. «Partendo da questo, bisogna risollevarsi: il dialogo costruttivo ma non semplice con il presidente dell’Autorità Portuale Ugo Patroni Griffi potrebbe portare presto i frutti sperati per ravvivare la vena turistica brindisina. In quest’ottica, sto cercando di portare in città l’“Università nautica”, una sorta di prosecuzione accademica degli studi che si possono sostenere all’istituto tecnico nautico, proprio - sottolinea l’esponente politico - per sottolineare la centralità che il porto ha per tutto il territorio».
Anche i sindaci della provincia hanno espresso la propria opinione rispetto all’“affaire Tria”: se da un lato c’è la sorpresa del primo cittadino di Mesagne Pompeo Molfetta per le parole del ministro poiché la storia assegna a Brindisi il primato di “Porta d’Oriente”, dall’altro il suo collega Gianfranco Coppola di Ostuni rimane più istituzionale, rivolgendosi a Tria per chiedere un ragionamento sulla Via della Seta che non guardi al Nord, al Centro e al Sud come entità separate. «Non comprendo le ragioni logiche che si celano dietro le parole di Tria – commenta Molfetta – È la Storia che assegna al nostro porto il ruolo di terminale dei commerci e dei traffici da e per l’Oriente. Il porto di Brindisi è uno dei più importanti del Mediterraneo: tanto c’è da fare, a livello strutturale e retroportuale soprattutto, per riportarlo ai fasti di un tempo ma non si può mettere in discussione un’infrastruttura tanto strategica per l’intero Paese. Come si può pensare di bypassare tutti i grandi porti del Sud? Questa volontà può essere dettata solo da un preciso disegno che mette nel mirino, ancora una volta, il Meridione a vantaggio di interessi di lobby e finanziari che spostano gli equilibri e, da oggi, anche gli approdi».
Più conciliante, invece, il sindaco Coppola. «Intanto pregherei il ministro Tria di portare la Via della Seta in Italia e poi di ragionare su quali siano le realtà più pronte ad affrontare una sfida così importante. Penso che dalle nostre parti siamo stati troppo impegnati a dividerci in tanti campanili fino a perdere di vista l’obiettivo principale che è la crescita del territorio: solo da poco stiamo sentendo parlare di sinergie tra enti perché abbiamo capito che da soli non si va da nessuna parte. Questo andrebbe fatto anche in questo caso: non dividiamoci in Nord, Centro e Sud ma parliamo di “comparto Italia”. Solo così potremo affrontare e vincere le sfide che ci attendono».
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