Il fronte del no alza il tiro: «Lo blocchino o si dimettano»

Il fronte del no alza il tiro: «Lo blocchino o si dimettano»
di Roberta GRASSI
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Martedì 16 Ottobre 2018, 18:34
«Non arretreremo di un passo». E via all'ultimatum al governo, con riferimento alla quota Cinquestelle: «Qui ci sono degli impegni politici presi e vanno rispettati. C'è una forza di governo che, come uscito ampiamente su moltissimi media, ha contatti con chi finanzia il gasdotto, e c'è una forza di governo che è andata al governo con la parola onestà. Chiariamo un attimo che cosa vogliamo fare. Se non siete in grado di fermare un'opera, perché illegale e non ha nulla di strategico e perché ve lo chiede la popolazione che vi ha eletto, dimettetevi». Sono le parole di Gianluca Maggiore, il portavoce No Tap che ha partecipato ieri pomeriggio a un sit-in di protesta che si è tenuto a Costa Morena est, al porto di Brindisi, dove è ormeggiata la Adhemar D/Snt Venant, pronta a dirigersi nel Salento, presso il cantiere Tap per i lavori al largo delle acque di San Foca.
Vi hanno partecipato anche alcuni attivisti di Brindisi, città (e provincia) coinvolta nel progetto.
«Per noi ha proseguito Maggiore, anche alla luce del previsto incontro a Roma dei parlamentari e consiglieri regionali M5S con il premier Giuseppe Conte in sette anni, non c'è stata molta differenza tra un governo e l'altro. Non siamo nella situazione in cui per sette anni abbiamo avuto governi amici e ora ne abbiamo uno contrario. Semplicemente, ne abbiamo un altro contrario».
Il sit-in è iniziato dalle 14 alle 16. Vi hanno partecipato alcune decine di persone. In prima linea anche il sindacalista dei Cobas, Roberto Aprile, promotore anche del movimento No-Tap del Brindisino.
La manifestazione è stata allestita non solo nelle vicinanze della banchina dove è ormeggiata la Adhemar, ma non a caso anche laddove ieri c'era la nave da crociera Msc, nella sua sosta a Brindisi, simbolicamente identificata come massima espressione della vocazione turistica del territorio. I crocieristi erano stati fatti scendere nei momenti in cui si è svolta la protesta. Sul posto c'erano i poliziotti della Digos e i carabinieri.
Essendo bloccata a terra, Tap vuole ora lo stesso iniziare i lavori in mare al largo di San Foca. Ricordiamo che Tap è scritto in una nota degli attivisti brindisini - è privo delle concessioni demaniali marittime e che l'ordinanza della capitaneria di porto è illegittima secondo il parere del Comune di Melendugno e che la non assoggettabilità a Valutazione Impatto Ambientale in mare è attualmente contestata in tribunale.
Sembra di rivivere prosegue - l'arroganza della Lng che voleva costruire un rigassificatore a Brindisi a poche centinaia di metri dalle banchine di Costa Morena , in una zona industriale affianco ad altri 11 impianti ad alto rischio di incidente rilevante. Ricordiamo inoltre che Brindisi è uno degli 11 porti italiani autorizzati ad ospitare navi e sommergibili nucleari. Così come allora siamo pronti a battere iniziative dettate solo da speculazioni economiche e di nessuna utilità.
La posizione, insomma, è condivisa. La decisione, tuttavia, sul gasdotto con approdo nel Salento spetterà esclusivamente al presidente del Consiglio. Un nodo difficile da sciogliere, tenuto conto della posizione dei Cinquestelle e delle divergenze, sul punto, con la Lega di Salvini.
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