I capi comandano dal carcere e impongono la pax mafiosa

I capi comandano dal carcere e impongono la pax mafiosa
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Sabato 20 Luglio 2019, 21:16
I capi storici comandano dal carcere, senza alzare il tiro ed evitando faide. Il porto di Brindisi resta un centro importante di smistamento di merci contraffatte e droga. Ritornano ancora una volta i nomi delle famiglie storiche, appartenenti alla Sacra corona unita, alcune sin dalla fondazione.
È quanto, in sintesi, è riportato nella relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia presentata in parlamento, sulla situazione della provincia di Brindisi.
Al vertice, nel capoluogo, ci sono i gruppi Brandi e Morleo che si confermano attivi, secondo quanto è emerso, nel traffico di sostanze stupefacenti e nelle estorsioni, mentre il clan Bruno, è riportato, controlla il mercato della droga nel comune di Torre Santa Susanna. Per il resto, in tutta la provincia, regna ancora la pax mafiosa voluta dai due schieramenti. I mesagnesi (Rogoli, Campana, Vitale, Pasimeni e Vicientino, nel Brindisino) e tuturanesi del gruppo Buccarella.
La cessazione delle ostilità tra i due sodalizi viene specificato ha portato a una condivisione degli interessi criminali tanto che, nel periodo in trattazione, in provincia di Brindisi, non sono stati registrati fatti di sangue di stampo mafioso.
Lo spaccio resta il business principale della delinquenza, secondo le evidenze citate: con un accordo tra brindisini e leccesi. Nei territori ubicati a sud della provincia è scritto - continuano a registrarsi relazioni d'affari (per la compravendita di ingenti partite di droga, in particolare cocaina) tra bande organizzate locali e personaggi della mala leccese attivi nei territori a nord della spaccio nelle piazze della frazione di Tuturano, dei comuni di Torchiarolo e Galatone, alimentate da stupefacenti provenienti dalle coste albanesi (marijuana e cocaina), in alcuni casi occultati all'interno dei tubolari di gommoni. Secondo quanto riportato sarebbe di grande importanza la vicinanza geografica delle coste adriatiche del Salento all'Albania che favorirebbe i gruppi criminali non solo nel mercato degli stupefacenti, ma anche in quello dell'immigrazione clandestina e del contrabbando di tabacchi.
E' giudicata ancora solida la collaborazione con le organizzazioni albanesi, sia quelle del Brindisino, sia quelle operative nel paese di origine.
Nel business dello spaccio sarebbero coinvolti anche minorenni e donne, spesso usati per il recupero dei crediti derivanti dalla vendita di droga, come documentato da una indagine svolta tra Carovigno e San Vito dei Normanni.
Un capitolo specifico è dedicato alle estorsioni e agli episodi incendiari che sono stati rivolti per lo più alle attività commerciali agli esercizi pubblici.
Il fenomeno estorsivo viene precisato - assume connotazioni di particolare criticita nel periodo estivo, con la riapertura degli stabilimenti balneari e dei locali notturni, manifestandosi anche attraverso l'imposizione dei servizi di security e guardiania.
Quanto ai furti e alle rapine sarebbero appannaggio di giovani non ancora legati a forme associative stabili che spesso si muovono fuori provincia e fuori regione con eclatanti spaccate, assalti esplosivi e rapine in danno di banche, uffici postali e gioiellerie.
R.Gra.
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