I binari dopo un secolo. Dal porto alla stazione una nuova strada ferrata

Brindisi
Brindisi
di Andrea PEZZUTO
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Sabato 23 Marzo 2019, 09:22
Dopo circa un secolo, il porto di Brindisi riavrà i binari in banchina per sviluppare traffici intermodali e posizionarsi sul mercato della logistica con tutte le carte in regola. Grazie a un contratto firmato tra Rete ferroviaria italiana, Autorità di sistema portuale dell'Adriatico meridionale e Consorzio Asi, infatti, nei prossimi giorni sarà attivo a tutti gli effetti il raccordo ferroviario tra la banchina di Costa Morena e la rete ferroviaria nazionale.
Nella mattinata di ieri, presso la sede del Consorzio Asi, si è tenuta la presentazione dell'accordo alla presenza di Domenico Bianco, presidente del Consorzio Asi, di Ugo Patroni Griffi, presidente dell'Autorità di sistema portuale di Bari/Brindisi, di Roberto Laghezza, responsabile Rfi-Commerciale della direttrice adriatica e di una rappresentanza di dirigenti e assessori comunali.
Il raccordo base di proprietà dell'Asi che abbiamo messo a regime oggi spiega Domenico Bianco rende possibile il collegamento ferroviario con la rete nazionale degli stabilimenti presenti nella zona industriale di Brindisi. In realtà, il raccordo nasce da esigenze legate più strettamente al Petrolchimico, ma poi estende a un comitato di raccordati l'utilizzo di questo raccordo con la rete ferroviaria nazionale. Gli attuali raccordati sono Versalis, Ipem, Cooperativa progresso e lavoro e Basell. L'obiettivo che abbiamo raggiunto con la sottoscrizione dell'accordo è stato quello di inserire tra i raccordati l'Autorità di sistema portuale, che diventerà collettore di tutti quegli operatori logistici che vorranno utilizzare il nostro raccordo.
E l'Autorità di sistema portuale, un'impresa ferroviaria pronta a effettuare un servizio di linea utilizzando il nuovo raccordo ferroviario l'ha già individuata.
L'impresa ferroviari Gts racconta Patroni Griffi - scalpita per iniziare il servizio di linea, dato che ha già le commesse ed ha la consapevolezza che il mercato l'attende. E' stato un lavoro certosino di raccordo con Asi e Rfi, di accordo economico con l'operatore di manovra per rendere sostenibile il costo di startup. Devo ringraziare il consigliere regionale Bozzetti che ha chiesto l'inserimento del Ferrobonus regionale e l'assessore regionale Giannini che ha recepito l'importanza di quella previsione. Il ferrobonus, infatti, permette di comprimere i costi da sostenere in fase di startup e di ridurre la distanza fisica tra Brindisi e il nodo regionale principale che è Bari. Il nodo di Brindisi, tra l'altro, trovandosi in banchina, diminuisce il transit time.
Il progetto complessivo, però, è ben più ampio e prevede la realizzazione a carico del Comune di Brindisi del collegamento ferroviario tra la zona retroportuale e una nuova stazione elementare, in modo tale da evitare che i treni merci passino dal centro cittadino per raggiungere la stazione centrale di Brindisi, dove oggi avvengono le movimentazioni. I rischi connessi a tutto ciò, saranno pertanto eliminati con la realizzazione della nuova infrastruttura, che il Comune avrebbe dovuto completare entro il 31 marzo del 2019.
Non ci sono rischi rassicura l'assessore all'Urbanistica Dino Borri di perdere i finanziamenti comunitari. Stiamo discutendo con la Regione: quando ci sono buone idee i soldi si trovano sempre.
Lo step finale, poi, spetterà a Rfi, che ha stanziato 38 milioni di euro per attivare entro il 2024 il collegamento diretto tra l'infrastruttura ferroviaria nazionale a sud di Brindisi e la nuova stazione con quattro binari elettrificati lunghi 750 metri. Tale baffo consentirà di ridurre i tempi di terminalizzazione dei trasporti.
Incidendo sulla lunghezza dei treni spiega Laghezza, responsabile di Rfi -, sulle sagome e sui tempi, attraverso l'eliminazione della sosta tecnica presso la stazione centrale, verranno ridotti i costi e di conseguenza aumenterà l'appetibilità del nodo di Brindisi. L'integrazione ferro-mare-gomma rende Brindisi il terminale ferroviario più importante della dorsale adriatica da Ancona in giù.
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