Gli prosciugano il conto via web, il giudice: «Sia la banca a risarcirlo»

Gli prosciugano il conto via web, il giudice: «Sia la banca a risarcirlo»
di Alfonso SPAGNULO
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Martedì 5 Giugno 2018, 06:20
FASANO - Truffatori telematici captano le credenziali d’accesso al sistema “home banking” e gli portano via 6000 euro dal conto corrente: ma per il Tribunale di Brindisi le responsabilità sono dell’istituto bancario che deve risarcire il cliente. Una sentenza tesa a fare storia quella emessa il 18 maggio scorso dal giudice Antonio Ivan Natali del tribunale brindisino. La controversia aveva messo di fronte un fasanese, difeso dall’avvocato Bernardino Turchiarulo, e un istituto di credito di Fasano dove la stessa vittima aveva un conto corrente.
La storia ha inizio nell’ottobre del 2012. Sul cellulare del fasanese giunge un sms in cui si legge come l’istituto di credito abbia modificato il numero abilitato al servizio di invio del codice sms per conferma operazioni sospette. In un primo momento il correntista non comprese il significato del messaggio non avendo particolare esperienza in materia di home banking e di conseguenza non ci fece caso. Rientrando a casa, però, la moglie, alla quale il protagonista di questa vicenda aveva delegato la gestione dell’home banking gli comunicò di aver ricevuto tre mail apparentemente provenienti dalla loro banca con invito alla conferma di tali attività previo accesso al conto online al fine di rimuovere le restrizioni.
La donna, essendo a conoscenza dei codici di accesso al conto online del marito, rispondeva ad una delle tre mail truffaldine e, cliccando su un link alla stessa allegato, accedeva ad una pagina apparentemente riferibile al sito internet della propria banca dalla quale tentata di eseguire la richiesta operazione di verifica della situazione contabile utilizzando le relative credenziali ovvero codice titolare, Pin e Otp. Nonostante svariati tentativi l’accesso al conto non andava a buon fine per cui la moglie del correntista desisteva nel procedere oltre. Per capire cosa stesse succedendo al sistema online il fasanese si recò di persona in banca dove, attraverso la consultazione allo sportello dello stato del conto corrente, appurava l’avvenuta esecuzione di due ricariche non autorizzate di una carta prepagata ad esso sconosciuta per un importo complessivo di 6.000 euro più due euro di commissioni. Avuto contezza della truffa ordita a suo danno l’uomo sporse denuncia-querela presso la Compagnia della Guardia di Finanza di Fasano oltre a richiedere il blocco immediato dei servizi via internet, via cellulare e via telefono sul suo conto bancario. Per di più si rivolse al suo avvocato chiedendo il risarcimento alla propria banca.
Per il giudice, leggendo la sentenza, “appare evidente come la truffa telematica attuata da ignoti sia da ricondursi, essenzialmente, alla inadeguatezza e insufficienza delle regole tecniche poste a presidio della sicurezza del servizio home bankig con particolare riferimento alla specifica operazione di sostituzione del numero di cellulare fornito dal cliente ove far pervenire gli alert sui potenziali tentativi di accesso abusivo”. Dalla relazione del consulente tecnico d’ufficio era emerso che l’insieme delle regole tecniche a presidio della sicurezza dell’home banking non erano idonee a garantire un adeguato livello di sicurezza. Pertanto, per una serie di altre motivazioni, per il giudice la responsabilità del danno subito dal correntista è dell’istituto bancario che è stata quindi condannata a risarcire di 6002 euro il proprio cliente e al pagamento delle spese processuali.
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