Il giallo di Shanghai, parla il padre di Marcello Vinci: «Me lo hanno ammazzato. Lo avevo sentito 7 ore prima, era felice. Poi trovato morto»

Il giallo di Shanghai, parla il padre di Marcello Vinci: «Me lo hanno ammazzato. Lo avevo sentito 7 ore prima, era felice. Poi trovato morto»
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Martedì 14 Marzo 2023, 21:33

«Me lo hanno ammazzato, altro che suicidio». Non usa mezzi termini Antonio Vinci, padre di Marcello, il 29enne fasanese, originario di Martina Franca, trovato morto a ai piedi di un grattacielo. «La Cina non ci dice niente - sottolinea disperato Vinci -. Di una cosa sono certo. Me l’hanno ammazzato, mio figlio è stato ammazzato. Non si è suicidato. Lo avevo sentito sette ore prima e mi aveva detto di aver preso anche un cagnolino che gli facesse compagnia. Poi lo hanno trovato morto per strada». I genitori del ragazzo si sono affidati ad uno studio legale in Cina per cercare di capire cosa sia accaduto e per sbrigare le pratiche per il rientro in patria della salma. Ma i tempi non sono certi come spiega lo stesso padre del ragazzo. 

Il racconto del padre


«Mi hanno detto che non ci restituiranno il corpo di Marcello sino a quando non saranno terminate le indagini e i tempi sembrano biblici.

Il consolato ci ha parlato addirittura di diversi mesi e non solo. Pare ci vogliano anche qualcosa come 30mila euro per pagare il rientri in patria di mio figlio». Disperazione su disperazione quindi per una famiglia la cui tranquillità è stata rotta improvvisamente da una telefonata dei carabinieri della Stazione di Pezze di Greco qualche giorno fa. 

Le notizie dalla Cina


Marcello, secondo quanto riferiscono dalla Cina, sarebbe precipitato dal balcone di un grattacielo, dal trentaduesimo piano per l’esattezza. Per le autorità cinesi alla base del dramma ci potrebbe essere stata un’azione volontaria. Ma è proprio a questa versione che sia il padre che la madre del ragazzo non credono.


«Sono la mamma di Marcello - aveva scritto su Facebook Angela Bardi subito dopo aver saputo del decesso del figlio -, a chiunque dei suoi amici abbia avuto contatti con lui tra il 5 e il 6 marzo, chiedo umilmente di fornirmi ogni minimo dettaglio che potrebbe rivelarsi di gran aiuto alle indagini». Pare comunque che il ragazzo avesse nostalgia dell’Italia e che volesse tornare nella sua amata Puglia. Il ragazzo, molto conosciuto nella frazione di Torre Canne, dove vivono i suoi genitori, aveva studiato all’Istituto di studi internazionali e si era laureato con una tesi sul Dragone che veste Made in Italy. Aveva inoltre frequentato un corso presso la Beijing Language and Culture University e lavorava come interprete per un’azienda italiana attiva in Cina, dove ormai risiedeva dal 2017, pur avendo espresso, in un suo post sui social a fine 2022, che questo fosse il suo ultimo anno nel paese orientale. Vari i trasferimenti in questi anni, da Chongqing una delle città più popolose al mondo, a Pechino, a Chengdu. 


La madre aveva sentito il figlio domenica 5 marzo prima della telefonata dei militari dell’Arma di Pezze di Greco che la convocava in caserma, insieme al padre del ragazzo, per ricevere la tragica notizia della morte di Marcello. Cosa sia realmente accaduto al momento non è dato sapere anche perché, come detto, dalla Cina le notizie che giungono sono davvero scarne. L’unica cosa certa è che il 29enne era considerato un bravissimo ragazzo e a confermarlo sono le decine di messaggi che gli amici hanno voluto lasciare sul profilo Facebook di Marcello. In Cina lavorava da anni ma tornava sempre più spesso a casa col suo sorriso coinvolgente spentosi improvvisamente e per la cui morte la famiglia chiede la verità.
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