«Lei altruista, lui depresso», giallo sul rapporto dei due rumeni trovati senza vita

Mara in un campo al lavoro durante la vendemmia
Mara in un campo al lavoro durante la vendemmia
di Maria GIOIA
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Domenica 26 Gennaio 2020, 18:45 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 13:51

Mentre i carabinieri erano al lavoro per cercare di stabilire cosa fosse accaduto poco prima nell'abitazione di via Votano, dove Mara e Gheorghe sono stati trovati senza vita. Ieri pomeriggio le amiche e colleghe connazionali e cegliesi di Mara Taran si trovavano nelle vicinanze e seguivano le operazioni con i volti pieni di tristezza. «Mara era una persona stupenda, sempre pronta ad aiutare gli amici, sempre disponibile con tutti. Era una grande lavoratrice», raccontavano in coro a chi chiedeva notizie. La conoscevano bene. Anni fa la donna, madre di un figlio di 19 anni residente in Romania e nato da una precedente relazione,  aveva conosciuto il suo compagno sul pullman diretto in Italia, dove poi hanno trovato lavoro come braccianti agricoli.

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«Mara lavorava in campagna, nei campi. Era una bracciante agricola e aveva conosciuto il compagno anni fa sul pullman che avevano preso per arrivare in Italia e trovare lavoro. Erano una coppia di bravissime persone. Lei aveva un figlio di 19 anni, a cui inviava sempre il suo sostegno economico. Lui, il compagno, è un grande lavoratore, presente nei campi ogni giorno. Questa mattina abbiamo chiamato per dirgli che la moglie era caduta dalle scale, poi quando è arrivato qui ha scoperto quello che era accaduto», ha spiegato un'amica.
La coppia era assieme da oltre otto anni. Da qualche tempo viveva nell'abitazione indipendente di via Votano. Casa presa in affitto, come hanno dimostrato anche i proprietari che ieri sono stati chiamati sul posto dai carabinieri per compiere delle verifiche sul contratto, redatto e sottoscritto regolarmente.
Tutto andava per il meglio, quindi. Ma, evidentemente, a sconvolgere per sempre la vita dei due conviventi sarebbe stato l'arrivo del pastore 41enne rumeno, Gheorghe Nechita, che ieri è stato trovato morto assieme alla donna.
«Lui era stato già a Ceglie tempo fa. Poi si è trasferito in Sicilia. Mara e il compagno lo ospitavano da una settimana, perché era come un fratello per lui ed era in cerca di un lavoro qui a Ceglie. A quanto pare non stava bene, era depresso e pare che avrebbe rivelato più volte la volontà di farla finita», ha aggiunto un'altra amica di Taran.
Cosa sia accaduto tra le quattro mura della casetta di via Votano, tra la bracciante agricola e il pastore, non è ancora chiarito definitivamente. Da una prima ricostruzione, a quanto pare, la donna avrebbe colpito il pastore al cuore per motivi non ancora noti. A quel punto, prima di morire, lui le avrebbe tolto il coltello dalle mani pugnalandola alla gola. Per fuggire, la 51enne avrebbe raggiunto il pianerottolo e lì si sarebbe lamentata e accasciata, senza vita.
Ora, il lavoro degli investigatori è tutto incentrato sul rapporto che c'era tra la bracciante agricola, il compagno e il pastore. Secondo quanto hanno affermato le amiche e colleghe, il compagno di Mara e il pastore erano molto amici e c'era un rapporto fraterno. Se la prima ricostruzione della vicenda sarà confermata nel corso delle indagini, bisognerà capire perché la donna e l'amico del compagno siano arrivati a colpirsi a vicenda sino ad uccidersi.
Su questo aspetto e su molti altri saranno il sostituto procuratore e gli investigatori a trovare una risposta per chiudere il cerchio e mettere la parola fine ad una storia che ieri ha letteralmente sconvolto Ceglie e la comunità rumena che vive in città. Due realtà, queste ultime, che si sono integrate e convivono ormai da lungo tempo. E Mara Taran è l'esempio di tante donne, originarie della Romania, che con grande coraggio hanno lasciato la terra natale e sono arrivate a Ceglie, trovando non solo lavoro, ma anche accoglienza e solidarietà.
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