Furti dalle lapidi dei defunti: madre assolta, figlia a processo

L’anziana è stata dichiarata incapace di intendere e di volere. Furono fermate fuori dal cimitero

Furti dalle lapidi dei defunti: madre assolta, figlia a processo
Furti dalle lapidi dei defunti: madre assolta, figlia a processo
di Eliseo ZANZARELLI
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Martedì 30 Maggio 2023, 20:12 - Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 08:23

Un reato particolarmente odioso: vilipendio delle tombe. Madre e figlia sono così finite a processo, ma la prima - 59enne di Torre Santa Susanna - è stata prosciolta perché incapace d’intendere e volere. La seconda - 31enne residente a Brindisi - resta a processo con il rito abbreviato. Le due furono immortalate dalle telecamere di sorveglianza fatte installare nel cimitero di Brindisi dai parenti dei defunti depredati: i fatti risalgono ai mesi di febbraio e marzo 2022. In un’occasione, l’occhio elettronico sorprese le due di fronte alla tomba di un giovane defunto.

La figlia avrebbe fatto da “palo” al piano di sotto, mentre la madre - peraltro invalida, sulla sedia a rotelle ma evidentemente capace di alzarsi, come documentato nell’informativa della polizia di Stato - procedeva al furto di una vetrina contenente un peluche di colore rosso a forma di orsacchiotto.

Un oggetto che aveva posto di fronte al loculo proprio il padre del bambino scomparso prematuramente. In un’altra occasione, le due, sempre con le stesse modalità, si erano impossessate di un vaso di colore bianco che si trovava di fronte alla tomba di un altro defunto. Ce l’aveva messo sua figlia.

Il processo

Le due donne, quindi, sono state citate direttamente a giudizio dal pubblico ministero della Procura di Brindisi Gualberto Buccarelli, anche a fronte dell’evidenza dei filmati e dell’identificazione delle presunte ladre fatta dalla polizia. Solo che poi dinanzi al giudice, l’avvocato difensore Giuseppe Pomarico ha chiesto e ottenuto una perizia per dimostrare come in realtà la più anziana delle sue assistite non fosse capace di rendersi conto di ciò che stava facendo. La perizia ha sortito esattamente l’esito ipotizzato dal legale e infatti la donna è stata poi prosciolta anche perché, tra l’altro, incapace di sostenere un processo. Si continua invece a procedere per sua figlia, ma in abbreviato quindi puntando a un eventuale sconto di pena in alternativa all’assoluzione e basandosi esclusivamente sugli atti dell’accusa e della difesa.

Prim’ancora che una delle vittime denunciasse l’accaduto in Questura a Brindisi, grazie alla telecamera a sensore di movimento fatta installare, riuscì a sorprendere fuori dal camposanto le due donne e le colse ancora in possesso della refurtiva. Dopodiché, dopo aver fatto notare - si fa per dire - il brutto gesto, le invitò a riconsegnare il malloppo ed ebbe anche difficoltà nell’ottenerlo. Quindi chiamò la polizia locale per farsi aiutare. Quando l’uomo le intercettò, notò una giovane donna spingere una carrozzina. Poco prima, come registrato dalle telecamere, la donna in carrozzina si era alzata per impossessarsi di alcuni oggetti posizionati per il tradizionale culto dei morti proprio di fronte alla lapide. Seguirono le indagini della polizia di Stato che portarono all’identificazione certa e definita della coppia e infine al processo rapido, conclusosi qualche giorno fa proprio col proscioglimento della 59enne. L’avvocato Pomarico avrà invece il suo bel da fare per dimostrare l’estraneità ai fatti o comunque una scriminante in favore della sua seconda assistita. Così la strategia difensiva non esclude ci si possa accontentare del massimo sconto di pena possibile.

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