Francavilla sfida Giulietta e Romeo: «Il balcone del castello senza i lecci? Da fare invidia a Verona»

Francavilla sfida Giulietta e Romeo: «Il balcone del castello senza i lecci? Da fare invidia a Verona»
di Gianni CANNALIRE
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Lunedì 25 Aprile 2022, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:25

Il balcone più famoso d’Italia si trova a Verona. E' il balcone di Giulietta Capuleti, questo era il suo cognome, famoso perché ricorda l’amore romantico per eccellenza con Romeo. Ad insidiare il “balcone più fotografato e visitato” dai turisti sarà ora il balcone di Palazzo Imperiali a Francavilla Fontana una volta rimossi gli alberi di leccio che ne ostruiscono la visuale. Parola del primo cittadino. Questo l’incipit sulla sua pagina facebook del sindaco Antonello Denuzzo nel pubblicare i due balconi. 

Il sindaco


«Quello in alto è il balcone più famoso, fotografato e ammirato al mondo - dai tempi di Giulietta e Romeo - e si trova a Verona. Quello in basso si trova a Francavilla Fontana e ha tutte le carte in regola per scalzare l’altro in classifica, ma è nascosto agli sguardi». Una semplice provocazione? Sarà. La polemica sul taglio degli alberi è divampata intanto sui social e non solo. Antonio Romano, un esponente politico di una segreteria cittadina ai tempi del sindaco Mario Filomeno (anni ’90), così ribatte al sindaco: «In tutte le città del mondo gli alberi si mettono a dimora, non si spiantano, magari si curano, non si capitozzano causando poi sofferenza e morte delle piante. Questa storia ha dell’incredibile in un pianeta che ha compreso come soltanto gli alberi possono contenere gli effetti delle cosiddette isole di calore». 
L’intervento cela, però, altre ragioni meglio evidenziate dal sindaco: «Non si tratta soltanto di valorizzare il barocco locale.

L’accessibilità è una visione culturale – puntualizza Denuzzo - , è un processo che abbiamo innescato con l’approvazione del Peba e programmando un ordine di priorità di interventi. Dopo una mappatura delle barriere architettoniche presenti negli spazi pubblici e negli edifici di proprietà comunale, abbiamo avviato la gara per l’esecuzione dei primi lavori, che interesseranno corso Umberto I e va Municipio. Il marciapiede intorno a Castello Imperiali ha da molto tempo l’aspetto di un percorso accidentato per le insidie provocate dalle radici degli alberi, estese al punto da mettere in pericolo l’integrità del muro di cinta, che inoltre ostacolano la visuale del balcone impedendo di apprezzarne l’inestimabile valore storico e architettonico». 

La decisione

Alcuni di questi alberi sono pure da tempo malati. «La perizia tecnica che abbiamo richiesto – fa sapere Denuzzo - ha rivelato che queste piante, le cui chiome si sono imbiancate, sono state aggredite da un patogeno che non lascia scampo alla maggior parte di loro e pertanto occorre eradicarle per ragioni di sicurezza, ma quelle curabili potranno essere reimpiantate in un luogo diverso». Per il tratto conclusivo di corso Umberto I, dove il restringimento del marciapiede rende difficoltoso il transito dei pedoni e impossibile quello delle persone con mobilitá ridotta, è stato, invece, previsto l’installazione di paletti che consentiranno di percorrerlo in sicurezza e convivendo pacificamente con le auto. 
Per il sindaco si continua «a lavorare per rendere la città a misura di chi ha disabilità motorie, per garantire un diritto per lungo tempo negato a chi vive qui». Per il capogruppo di Articolo 9 Mimmo Tardio. «Il balcone sarà una bellezza mozzafiato. Sarà la più bella scoperta per i nostri concittadini e per tutto il territorio». L’esponente politico di maggioranza ricorda ad Antonio Romano e a quanti stanno criticando il taglio degli alberi, che «questa amministrazione grazie soprattutto al lavoro dell’ex assessore Antonio Martina ha piantato 113 alberi e cercherà di salvare anche quelli che tra questi potranno essere recuperati ma collocandoli altrove, anche per il bene degli stessi alberi. Di incredibile c’è che si sia convissuto impunemente con questa situazione per decenni senza che soprattutto la discriminazione verso le persone con disabilità scandalizzasse nessuno o quasi».

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