Rubano due quintali di olive doc: in cinque inseguiti e arrestati

Rubano due quintali di olive doc: in cinque inseguiti e arrestati
di Michele IURLARO
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Lunedì 12 Febbraio 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 10:15
Sorpresi dai carabinieri a rubare le olive, si danno alla fuga nelle campagne per poi essere fermati, identificati e arrestati. Recuperata, invece, la preziosa refurtiva: ovvero, due sacchi di nylon per due quintali di olive salentine doc nate sugli ulivi della macchia mediterranea che divide gli agri di Francavilla Fontana e Villa Castelli. A finire nei guai e anche ai domiciliari, sono stati Daniele Garganese, di 45 anni, Carmela Lucia Filomena, di 36, Giada D’Ambrosio, di 24, Maurizio D’Oria, di 39, Leonella Filomena, di 32, tutti di Francavilla, per una dinamica alquanto rocambolesca il cui racconto è affidato agli stessi carabinieri intervenuti. I fatti, nella tarda mattinata di sabato quando i militari della stazione di Villa Castelli coadiuvati dai colleghi del Nucleo Operativo Radiomobile della compagnia di Francavilla, nell’ambito di un servizio straordinario di controllo delle zone rurali della Città degli Imperiali, hanno tratto in arresto, nella flagranza del delitto di furto pluriaggravato di olive in concorso, il quintetto, in azione in contrada Giovannella. 
Una pattuglia, infatti, aveva notato in lontananza, lungo una strada interpoderale a fondo sterrato, alcuni soggetti che, alla vista dei militari, avevano abbandonato il loro “lavoro” per poi allontanarsi a bordo di una vettura a velocità sostenuta. Solo dopo un breve inseguimento tra le stradine di campagna i carabinieri sono riusciti a raggiungere l’auto in fuga, il cui conducente, a piedi, si dava a nuova e precipitosa fuga nei terreni circostanti, facendo perdere le proprie tracce. Pochi metri, solo pochi metri. 
I militari sono riusciti a stretto giro a bloccare gli altri quattro, tre donne ed un uomo, e, a seguito di perquisizione veicolare, hanno trovato due grossi sacchi in nylon colmi di olive, del peso di circa due quintali, asportate dall’uliveto di proprietà di un’azienda olearia del luogo. 
 
Non si è trattato, purtroppo, di una prima volta, anzi. La stessa azienda, in passato, era finita più volte nel mirino dei ladri che, a suon di colpi, avevano inciso sensibilmente sui bilanci e, quindi, sul raccolto. Insomma, restava da trovare solo il fuggitivo. Allertata la Centrale Operativa, venivano avviate le ricerche del quinto uomo misterioso che, capita la malaparata, si presentava spontaneamente, poco dopo, presso la Stazione Carabinieri di Villa Castelli. 
Al netto del furto, fortunatamente sventato, resta l’amarezza per quanto rilevato dagli stessi carabinieri. Ovvero, diversi rami spezzati di ulivi secolari, verosimilmente utilizzati come “scope” per ammucchiare le olive e raccoglierle nei sacchi di nylon. L’autovettura e gli attrezzi sono stati poi sequestrati mentre la refurtiva è stata riconsegnata all’azienda agricola, legittima proprietaria delle olive. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati poi riaccompagnati presso le rispettive abitazioni in regime di domiciliari, come disposto dal pubblico ministero. Dovranno rispondere dell’accusa di furto di olive. L’operazione dei carabinieri non nasce dal caso. Piuttosto, è l’esito giustamente fortunato di un controllo mirato a fronteggiare il fenomeno dei furti tra le campagne. Il prezzo delle olive, lievitato negli ultimi anni, è spesso “abbattuto” proprio dal mercato nero. A spese degli imprenditori onesti e, quindi, della stessa economia. In primis, quella salentina.
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