Francavilla Fontana, il candidato di FI al consiglio comunale: «Magari ci fosse ancora il fascismo». D'Attis: «E' fuori». Poi arrivano le scuse

Dichiarazioni riportate su Facebook il 25 aprile e poi cancellate. Il candidato: in questa vicenda io sono la vittima e gli speculatori sono i carnefici

Vincenzo Tanzarella
Vincenzo Tanzarella
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Mercoledì 26 Aprile 2023, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 16:56

«Magari ci fosse il fascismo»,frase choc di Vincenzo Tanzarella,  candidato di Forza Italia nelle elezioni comunali di Francavilla Fontana del 14 e del 15 maggio prossimi. Il commissario di Forza Italia Puglia, Mauro D'Attis: «È fuori dal partito». Poi arrivano le scuse: «Ho creato imbarazzo».

La condanna del commissario regionale

“Magari...ci fosse il fascismo...tanto la dittatura che applicate voi non si differenzia tanto. Non dimentichiamo che avete chiuso via Roma senza ascoltare la categoria dei commercianti. Avete fatto di testa vostra". Sono le frasi riportate da Vincenzo Tanzarella sul suo profilo di Facebook, nel giorno della ricorrenza del 25 aprile (poi cancellate).

La dura condanna del commissario D'Attis


Dichiarazioni subito condannate dal commissario pugliese di Forza Italia, il deputato Mauro D’Attis, che le ritiene «ingiustificabili» e rendono il candidato «fuori dalla storia e anche da Forza Italia». «Allo stesso», ha detto D'Attis rivolgendosi a Tanzarella, «chiedo di interrompere la sua campagna elettorale.

Forza Italia - aggiunge D'Attis - prende completamente le distanze da simili affermazioni».

Le scuse del candidato

A stretto giro dopo le dichiarazioni del commissario D'Attis, arrivano le scuse al partito inviate da Tanzarella: «Chiedo scusa all'onorevole D'Attis e atutta Forza Italia per l'imbarazzo arrecatogli a causa di alcuni commenti relativi al fascismo riportati sui social. E di ciò mi dispiaccio molto - scrive Tanzarella in una nota - Una cosa però intendo sottolineare: che non sono mai stato un tifoso del fascismo essendo di cultura democristiana, e quindi ostile sia al fascimo che al comunismo. Mi chiedo però - continua - che tipo di società democratica e liberale è questa, dove si crocifigge senza appello una persona sol perché ha espresso male il concetto che voleva riportare, e cioé che l'amministrazione comunale in carica non ha nulla da invidiare al fascismo (e al comunismo) quanto ad autoritarismo, tant'è che proprio a tale proposito facevo riferimento alla vicenda di via Roma, decisione assunta calpestando tutte le regole della democrazia e del confronto».

«Ciò detto mi atterrò a quanto voluto dall'onorevole D'Attis, e confermatomi dal senatore Curto, ma sia ben chiaro che in questa vicenda i sono la vittima e gli speculatori sono i carnefici»

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