Festini con ragazze minorenni a base di sesso e droga. Non si ferma l'inchiesta che a Bologna ha coinvolto il brindisino 57enne Gianni Marseglia, condannato l'anno scorso a 4 anni e 2 mesi in primo grado e con rito abbreviato, perché - secondo le indagini - era lui a rifornire Villa Inferno (il luogo degli appuntamenti) con la cocaina. Il pusher era finito in carcere perché accusato di essere il “grossista”.
I fatti
Martedì scorso, il Tribunale di Bologna ha emesso un decreto di sequestro finalizzato alla confisca di un immobile a Brindisi (dove sono stati posti i sigilli), riconducibile a Marseglia perché il suo tenore di vita non corrispondeva alle cifre dichiarate ufficialmente. Così è scattato un provvedimento a firma del questore di Bologna Isabella Fusiello. Un'attività di analisi e verifica ha evidenziato una chiara sproporzione di oltre 540mila euro, spiegabile unicamente con il costante flusso finanziario di derivazione illecita. Gli accertamenti patrimoniali, posti alla base della proposta di misura di Prevenzione patrimoniale del questore e svolti dalla Divisione anticrimine, hanno coperto l’arco temporale compreso tra il 2000 e 2020, durante il quale il brindisino si è dedicato con assiduità allo spaccio di stupefacenti e ad altre attività illecite, ed hanno fatto emergere inequivocabilmente l’insufficienza degli esigui redditi leciti dichiarati dal proposto e dal suo nucleo familiare, sia per le semplici spese ordinarie che per le acquisizioni immobiliari effettuate.