Fasano, pestato fino alla morte. Condannato a 14 anni torna libero

Ora è in affidamento in prova ai servizi sociali

Fasano, pestato fino alla morte. Condannato a 14 anni torna libero
di Alfonso SPAGNULO
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Lunedì 16 Maggio 2022, 19:44 - Ultimo aggiornamento: 17 Maggio, 08:16

Nella notte tra il 29 e 30 maggio del 2011, insieme al fratello Annibale, picchiò selvaggiamente a Fasano il 47enne Giovanni Bongiorno provocandone la morte. Ora, dopo dieci anni dalla condanna - tutti trascorsi in carcere - Mario Scolti è tornato in libertà e ora è in affidamento in prova ai servizi sociali. Una misura alternativa al carcere per chi si comporta bene durante la detenzione e che permette, appunto, di poter lasciare il regime penitenziario e scontare fuori il residuo di pena, ma, come detto, in regime di prova. Un regime che, se andrà a buon fine, potrà far estinguere al giovane l’intera pena. Resta invece in carcere il fratello maggiore Annibale. Entrambi erano stati condannati a 14 anni di reclusione.

I fatti 

Nella notte tra il 29 e 30 maggio di 11 anni fa, Giovanni Bongiorno fu ridotto in fin di vita (morì dopo due giorni di coma) in seguito ad un pestaggio in un bar di Fasano. Poche ore dopo, gli investigatori fermarono i due fratelli, Annibale e Mario Scolti, rispettivamente di 29 e 19 anni, che furono fin dal primo momento accusati di tentato omicidio. Dopo due giorni, quando Bongiorno spirò, i due fratelli vennero accusati di omicidio volontario. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Annibale e Mario Scolti cominciarono a pestare la vittima, facendolo crollare rovinosamente a terra e continuando ad infliggergli calci e pugni fino a quando Bongiorno non venne ridotto in fin di vita, per poi darsela a gambe levate. I motivi della lite sono sempre rimasti un mistero. I due ebbero vita facile nei confronti di Bongiorno, detto “Giovanni il forte”, anche perché quest’ultimo era un invalido civile. Il più grande dei due fratelli, Annibale, aveva addebitato diverse responsabilità al minore Mario, colpevole, secondo il fratello, di aver dato un calcio alla vittima. Colpo che poi pare sia risultato fatale. Mentre accadeva questo Annibale, secondo la sua stessa versione, si era allontanato da Bongiorno e dal fratello. Furono alcuni residenti della zona, allarmati dalle urla, a notare Bongiorno rantolante a terra. Intervenne il 118 che trasportò il 47enne al “Perrino” di Brindisi in condizioni gravissime, tanto che i sanitari del nosocomio brindisino decisero di sottoporlo ad un delicato intervento alla testa per cercare di fermare l’emorragia provocata dai colpi ricevuti.

Ma due giorni dopo morì. 

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