Via libera per Di Bari: potrà ricandidarsi a sindaco

Via libera per Di Bari: potrà ricandidarsi a sindaco
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Martedì 2 Febbraio 2016, 12:34
Lello Di Bari ha ricevuto il via libera dal Consiglio di Stato per una sua terza eventuale candidatura a sindaco di Fasano. La sentenza era attesa nei giorni scorsi ed è arrivata ieri sera (nonostante il tutto fosse stato già deciso il 16 dicembre scorso). È questo il giudizio più importante e quello definitivo: se l’ex sindaco dovesse decidere di ripresentarsi, ovviamente con l’avallo di tutto il centrodestra (come egli stesso ha tenuto a precisare in un incontro con i suoi amici fidati), non ci sarebbe alcun rischio di ricorso al Tribunale da parte dei suoi avversari. Il giudizio del Consiglio di Stato è insindacabile.

Il sindaco uscente di Fasano, quindi, può ricandidarsi, in quanto il suo secondo mandato (terminato bruscamente a novembre scorso per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali) non ha superato i due anni e mezzo (la legge vieta di ricandidarsi per tre volte, a meno che il suo secondo mandato non termini prima dei due anni sei mesi e un giorno). Conteggiando i giorni di attività effettiva svolta da Lello Di Bari, risulta che il suo secondo mandato è stato lungo due anni cinque mesi e nove giorni: quindi, anche per il Consiglio di Stato Lello Di Bari può ricandidarsi per la terza volta.

La legge, a proposito delle norme che vietano la candidatura al terzo mandato a sindaco, fa notare che non ci si può ricandidare se effettuati sette anni e mezzo ininterrotti e Di Bari, per dieci mesi, sindaco di Fasano non lo è stato (per la nota vicenda della sospensione comminata dalla Legge Severino, a causa di una condanna in primo grado per abuso d’ufficio nell’ambito del processo sul piano di recupero del centro storico, poi assolto in Appello), sostituito dal suo vice Gianleo Moncalvo che ha firmato come sindaco facente funzione e ricevuto anche l'indennità sindacale.
«Il Consiglio di Stato ha precisato che il periodo della sospensione non concorre a concretare la durata del mandato ostativa della rieleggibilità, in quanto in tale evenienza si determina, a differenza di quanto accade nei casi di impedimento personale e temporaneo del sindaco a svolgere le proprie funzioni, una situazione non dissimile da quella che si realizza nell’ipotesi di gestione commissariale conseguente allo scioglimento. Si ritiene – si legga nella sentenza – che il periodo di sospensione a seguito di condanna penale costituisca causa diversa dalle dimissioni volontarie».

Di Bari, nei mesi scorsi, aveva ricevuto il via libera anche da parte dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e dal Ministero dell’Interno, ma questo non gli permetteva di dormire sonni tranquilli. Essendoci diversi mesi di tempo prima dell’ufficializzazione delle candidature, l’ex sindaco si è affidato al Consiglio di Stato e, dopo alcune settimane, è giunta la sentenza definitiva: Di Bari può puntare nuovamente a conquistare la poltrona più importante di Palazzo di Città. Su questo, però, tutto il centrodestra deve essere d’accordo, altrimenti si deciderà di andare alle Primarie.

Il forzista, alcuni giorni fa, aveva affermato che «conta poco quella che sarà la sentenza del Consiglio di Stato – diceva ai suoi alleati –. Non è necessario che il candidato sindaco sia necessariamente io: la prossima settimana decideremo insieme la migliore soluzione. Se la coalizione riterrà opportuna la mia candidatura, non mi tirerò indietro. Ma sono pronto a sostenere chiunque altro alla condizione che il centrodestra resti unito. Vinceremo le prossime elezioni, io sono fortemente convinto di questa cosa. Abbiamo dalla nostra parte fatti e non parole. Come già nel 2007, poi nel 2012, i cittadini capiranno la differenza tra noi e quelli che millantano libri dei sogni».
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