Estorsioni, incendi e spaccio: blitz all'alba, arrestati in cinque

Estorsioni, incendi e spaccio: blitz all'alba, arrestati in cinque
di Alfonso SPAGNULO
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Venerdì 23 Ottobre 2020, 12:38 - Ultimo aggiornamento: 13:29

I protagonisti (per ora solo presunti) di quella che è stata una stagione di terrore per l'intera comunità fasanese ora hanno finalmente nomi e volti. Sono finiti in carcere all'alba di ieri il presunto mandante ed il presunto esecutore degli attentati incendiari ai danni del pub Ciporti avvenuti lo scorso anno a Fasano. Episodi che determinarono, appunto, grande paura tra i cittadini e i commercianti e che hanno portato a mesi di indagini da parte dei carabinieri della compagnia di Fasano. E sono stati proprio questi ultimi, agli ordini del capitano Daniele Boaglio, ad effettuare l'operazione denominata Ign ferrque (locuzione latina che letteralmente significa col fuoco e col ferro), coadiuvati dai colleghi del nucleo cinofili di Modugno e dello squadrone eliportato cacciatori Puglia, a notificare un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Brindisi, su richiesta della Procura, a nove fasanesi, tre dei quali sono finiti in carcere, due ai domiciliari e quattro sono stati destinatari della misura dell'obbligo di dimora. Sono ritenuti responsabili di estorsione aggravata, incendio, detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, ricettazione e furto aggravato di autovetture. In carcere sono finiti Giovanni Potenza, 47 anni, Luigi Conversano, 36 anni, e Francesco Cofano, 22 anni. Ai domiciliari Giovanni Salerno, 52 anni, e Simone Palazzo, 21 anni mentre per Giuseppe Ditano (23 anni), Carlo Cofano (25 anni), Matteo Palmisano (21 anni) e Giuseppe Gallo (19 anni) è scattato l'obbligo di dimora. Le indagini sono state coordinate dal pm Alfredo Manca.
I carabinieri hanno documentato numerosi episodi incendiari avvenuti nel territorio del Comune di Fasano tra il 2019 e il 2020 e in particolare quelli che hanno colpito, in diverse occasioni il pub Ciporti. Dalle indagini è emerso come il tutto sia cominciato da un episodio avvenuto a Torre Canne la sera del 2 luglio 2019. Un giovane di Pezze di Greco, Leonardo Potenza, dopo aver sfondato la sbarra che delimitava l'accesso degli autoveicoli alla banchina del porto e a seguito di una furibonda lite, scaturita per futili motivi con due passanti, tra i quali una guardia particolare giurata e un operaio entrambi del luogo, esplose due colpi di arma da fuoco che fortunatamente non colpirono nessuno. Il tutto avvenne davanti alla sede estiva del pub Ciporti. Per questo il proprietario venne ascoltato come persona informata dei fatti ma niente di più. Ma qualche sera dopo ecco che per l'imprenditore cominciano i guai. Prima l'incendio della sua auto, poi quello della porta di ingresso della sede invernale di Ciporti in pieno centro a Fasano e poi dell'intero locale nel dicembre 2019. Grazie alle indagini, i carabinieri, coordinati dalla Procura, sono riusciti a identificare il presunto mandante, Giovanni Potenza (padre del giovane che esplose i colpi di pistola), al quale viene anche contestata la detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, e il presunto esecutore materiale di questi episodi, Francesco Cofano, giovane disoccupato. L'obiettivo era, secondo le ipotesi della Procura, quello di spaventare l'imprenditore (che però non ha mai subìto minacce) affinché ritrattasse la testimonianza resa subito dopo l'episodio avvenuto sul porto di Torre Canne.
Francesco Cofano viene anche ritenuto responsabile dell'incendio di altre due autovetture, tra cui una Mercedes Classe A di proprietà di un noto imprenditore fasanese, incendiata nel parcheggio di un una autorivendita (l'altra auto rubata e bruciata, una Fiat Panda di un'insegnante fasanese, era stata utilizzata per uno degli attentati a Ciporti), e della finestra della gelateria Dolce Gusto ubicata sul lungomare a Torre Canne, avvenuto nell'estate scorsa. Ma questi episodi sarebbero stati fatti in totale autonomia dal 22enne. Pare che sia implicato anche nell'incendio dell'auto dell'ex assessore comunale Renzo De Leonardis. Ma non solo questo. Le indagini hanno fatto luce anche su alcuni episodi di estorsioni e spaccio di stupefacenti. Nel corso della attività investigativa a carico dei due principali indagati, i carabinieri hanno anche raccolto importanti indizi a carico di altri fasanesi che avrebbero favorito i due e che si sarebbero resi responsabili, in concorso tra loro, di centinaia di cessioni di sostanze stupefacenti sul territorio fasanese, ma anche della ricettazione di due auto rubate, una Fiat Grande Punto rubata a Fasano e un'Audi rubata a Locorotondo, e del furto di una autovettura poi restituita, con un'altra estorsione, al legittimo proprietario.
Dalla visione dei numerosi filmati delle telecamere di sicurezza della zona dove sono avvenuti gli incendi, è emerso anche un particolare abbastanza preoccupante: in un caso, infatti, si notano i malviventi che arrivano con tanica di benzina e mazzola per dare fuoco al pub Ciporti ma si notano anche quattro comuni cittadini, che si trovavano a passare per caso dalla zona, che notano tutto ma fanno finta di niente e che non avvisano le forze dell'ordine e nemmeno collaborano con le stesse.
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