Dtt: dal Tar del Lazio niente sospensiva
Amati annuncia ricorso al Consiglio di Stato

Dtt: dal Tar del Lazio niente sospensiva Amati annuncia ricorso al Consiglio di Stato
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Giovedì 2 Agosto 2018, 21:19
BRINDISI - Dopo una prima decisione in composizione monocratica con la quale, a fine giugno, il Tar aveva deciso di bloccare la scelta di Frascati, al posto della Cittadella della ricerca di Brindisi, per ospitare l’esperimento di fusione nucleare del Divertor Tokamak Test, arriva la doccia fredda. A seguito dell’udienza di mercoledì, infatti, il tribunale amministrativo romano ha deciso, in camera di consiglio, di respingere la richiesta di sospensiva presentata dalla Regione Puglia e, ad adiuvandum, dalla Provincia di Brindisi.

Il giudizio, sottolineano i giudici nel dispositivo, «non pare rientrare nel novero delle controversie di cui all’articolo 119 del Codice del processo amministrativo, comma 1, lettera l». In particolare, il testo di legge prevede che siano sottoposte al processo amministrativo, tra le altre, anche le controversie che riguardano provvedimenti della pubblica amministrazione in materia di impianti di generazione di energia elettrica, compresi quelli da fonti nucleari.
Ma i giudici fanno notare che il bando dell’Enea non riguardava «la realizzazione di un impianto di generazione di energia elettrica (o di altra infrastruttura indicata nella disposizione), ma l’individuazione di un “sito idoneo ad ospitare un centro di ricerca per la realizzazione dell’esperimento Dtt (Divertor Tomakak Test)”, consistente nella “costruzione di un dispositivo per gli studi sulla generazione di energia elettrica mediante fusione termonucleare”».

Non solo. I giudici, infatti, ritengono che non vi siano sufficienti presupposti giuridici per l’applicazione della sospensiva. Anche alla luce, sottolineano, della particolarità della procedura «con cui l’amministrazione sembra effettivamente avere inteso verificare l’eventuale esistenza di localizzazioni migliori rispetto al sito di Frascati, e alle deduzioni della difesa erariale sulle attività valutative in concreto espletate (apparendo in particolare non implausibili le motivazioni delle aggiunte apportate all’allegato 1 del secondo verbale)».

Il Divertor Tokamak Test è un esperimento sulla fusione nucleare che ha lo scopo di fornire risposte scientifiche, tecniche e tecnologiche al problema della gestione dei grandi flussi di potenza prodotti dal plasma combustibile ed i materiali da usare come “contenitore” a prova temperature elevatissime. Il Dtt, infatti, è un cilindro ipertecnologico alto 10 metri con raggio 5 metri, all’interno del quale saranno confinati 33 metri cubi plasma alla temperatura 100 milioni di gradi. Un investimento da 500 milioni di euro, con un ritorno previsto di 2 miliardi, per oltre 1.500 posti di lavoro.

Evidente il sarcasmo del consigliere regionale del Pd Fabiano Amati, per il quale il Tar del Lazio ha affermato «delle assolute novità in materia di contenzioso amministrativo: l’avviso pubblico non avviava una gara ma una semplice ed insindacabile ricognizione immobiliare di comparazione con il sito Enea di Frascati e che le regole del gioco potevano essere cambiate a partita quasi finita». Motivazione che non convince il consigliere, per il quale ora bisogna ricorrere al Consiglio di Stato.

«Ove si volesse seguire - prosegue il presidente della commissione Bilancio del consiglio regionale - il ragionamento motivazionale seguito dalla decisione del Tar Lazio, dovremmo concludere che in Italia esistono procedimenti amministrativi privi di tutela giurisdizionale in base all’originalità/peculiarità della procedura. Il che pare un’assoluta novità per i tempi moderni e possiede notevoli somiglianze con le procedure tardo ottocentesche come quella per la realizzazione dell’Acquedotto Pugliese, la cui costruzione fu aggiudicata ad insindacabile giudizio della commissione. Ma in quel caso ebbero almeno la cura di scrivere nell’avviso pubblico l’assenza di destino per chiunque avesse voluto lagnarsi».

Nessuna parola da parte dei giudici invece, fa notare Amati, «sulle numerose violazioni di procedimento segnalate dalla Regione Puglia ma un insolito arroccamento su una formula in grado di dire che in questo procedimento non c’erano regole da rispettare e che addirittura potevamo essere cambiate in sede di valutazione delle offerte. Ciò un istante prima dell’atto d’aggiudicazione o, visto l’esito, di preferenza». Amati, infine, ingrazia «l’Avvocatura regionale sia per il meticoloso e competente lavoro compiuto sinora, che per ciò che certamente farà nel portare dinanzi al Consiglio di Stato, come auspico, le ragioni pugliesi».

Soddisfatto, invece, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. «Ora - è il suo invito - avanti per un Lazio moderno a servizio dell’Italia». Medesima soddisfazione per il vice presidente della Regione, olter che assessore all’Università e alla Ricerca Massimiliano Smeriglio, che parla di buona notizia per il Lazio. «Ora - dice - si può quindi andare avanti con l’iter per realizzare il sito. Ricordiamo che si tratta di uno degli impianti tecno-scientifici più importanti a livello mondiale nel campo della fusione nucleare, processo opposto rispetto alla fissione nucleare (coi rischi che conosciamo) e in grado di produrre energia rinnovabile in grado di sostituire i combustibili fossili. Il Lazio è pronto per questa sfida ed è certamente a servizio dell’intero Paese».
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