Sequestrarono e malmenarono un ragazzo: un arresto, sei in tutto gli indagati

Il gruppo venne fermato nelle campagne con il giovane bloccato in auto

Sequestrarono e malmenarono un ragazzo: un arresto, sei in tutto gli indagati
di Michele IURLARO
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Mercoledì 1 Dicembre 2021, 17:44 - Ultimo aggiornamento: 17:56

Sarebbe stata la gelosia di uno di loro ad accecare un gruppo di tre giovani di Erchie, in provincia di Brindisi, raggiunti da ordinanze di misura coercitiva personali firmate dal gip del Tribunale di Brindisi su richiesta del pubblico ministero. Il trio, secondo l’accusa, sequestrò un ragazzo del posto, di fatto salvato dai carabinieri della locale stazione grazie ad un controllo stradale. Nei guai, altre 3 persone, accusate di favoreggiamento ed emblema di un muro di omertà scavalcato, appunto, dalle indagini dei militari confluite nell’Operazione Silente.

I fatti

La vittima, il 5 ottobre 2020, era stata prelevata con un tranello, fatta salire in automobile e trasportata nelle campagne. Quindi era stata malmenata perché “colpevole” di avere intrattenuto una relazione sentimentale clandestina con la fidanzata di uno degli stessi sequestratori, in mattinata arrestato in regime di domiciliari. Obbligo di presentazione, invece, per i suoi due amici.

Altri 3 giovani dovranno risponder invece di favoreggiamento. A margine, si evidenzia la paura della stessa vittima che, temendo ritorsioni, non denunciò i suoi presunti aguzzini, restando, appunto, silente.

Il posto di blocco

Era una sera di ottobre quando i carabinieri della stazione al comando del maresciallo maggiore Roberto Vincenti, durante un normale e fortuito controllo stradale tra le campagne, bloccarono il mezzo su cui viaggiava il gruppetto di giovani. Ai militari ci volle poco, fiuto da detective, per capire che più di qualcosa, in quella comitiva, non quadrava. I tre giovani oggi indagati avevano bloccato la vittima sul sedile posteriore. La stessa, portava sul volto, tumefatto, i segni delle percosse già ricevute. Negli occhi, invece, la paura che impedì al poveretto di spiegare e denunciare cosa stesse realmente accadendo. I carabinieri annotarono con precisione ogni utile particolare notato per poi, attraverso il confronto con la compagnia dei carabinieri di Francavilla Fontana al comando del capitano Gianluca Cipolletta e con il coordinamento della procura messapica, ricostruire con pazienza e tenacia l’intera e intricata vicenda.

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