Eni-Versalis: il sindacato punta sulla nuova trattativa

Eni-Versalis: il sindacato punta sulla nuova trattativa
di Elda DONNICOLA
4 Minuti di Lettura
Sabato 2 Luglio 2016, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 13:47
Solo il trascorrere del tempo potrà meglio far comprendere le vere intenzioni di Eni per il futuro di Versalis e della chimica italiana. Dopo tanti mesi trascorsi a cercare di concretizzare con la vendita del 70% delle quote di Versalis ad Sk Capital, Eni sembra cambiare i suoi interessi nei confronti della sua partecipata e nicchia davanti alla manifestazione di interesse che un altro fondo americano, Kps Capital, ha presentato sia al Governo italiano che alla stessa Eni.

Eppure la proposta sembra allettante e non dispiace neppure ai sindacati. Kps Capital infatti ha oltre 5 miliardi di dollari di portafoglio, sostiene produzione nel settore siderurgico e delle automobili e nella sua società compaiono persino i sindacati americani. Eppure dal cane a sei zampe sembrano fare un passo indietro e fanno sapere che Versalis non è più in vendita. Sono in molti a credere che potrebbe essere un modo di alzare il prezzo dinnanzi ad una proposta di acquisto che è giunta spontaneamente, ma, almeno per ora, sembra che Versalis resterà nella famiglia creata da Mattei. Anche se quando Descalzi afferma che «Versalis deve raggiungere un equilibrio economico e finanziario stabile nel tempo che gli permetta di finanziare direttamente i propri investimenti completando così il suo lungo percorso di razionalizzazione e rilancio», potrebbe anche significare un’apertura alla ricerca di nuovi soggetti e nuovi finanziatori.

Insomma, solo il tempo potrà svelare maggiori dettagli per capire le reali intenzioni di Eni per il futuro della chimica. «Mi auguro che queste indicazioni di rinnovato interesse da parte di Eni nei confronti di Versalis – dichiara la segretaria di Cgil Michela Almiento – vogliano significare che ci sia una intenzione dettata da una scelta del Governo. Forse le pressioni del sindacato hanno, al momento, fermato l’intenzione che Eni aveva manifestato di dismettere la chimica. Questa nuova tendenza infatti, sembra aver rinnovato l’interesse non solo della scelta aziendale ma anche politica di prospettiva rispetto a quello che per noi diventa dirimente e quindi da parte nostra non possiamo far altro che aspettare per capire se queste intenzioni, a voler dare spazio nuovamente alla chimica, vogliano significare fare il punto e rilanciare il settore».

In casa Cisl, le dichiarazioni dell’Ad di Eni vengono osservate sotto la lente di ingrandimento e si prova a formulare qualche ipotesi. «Secondo me – afferma il segretario di Femca Cisl Emiliano Giannoccaro – Descalzi lascia comunque la porta aperta per nuove sinergie finanziarie ed eventuali chiusure e trasformazioni proprio perché dice che Versalis, e non Eni, deve trovare un equilibrio economico e finanziario stabile nel tempo che permetta sempre a Versalis, e non ad Eni, di finanziare direttamente i propri investimenti completando il suo lungo percorso di razionalizzazione e rilancio».
Da sempre in posizione critica nei confronti del cane a sei zampe è il segretario della Uil Antonio Licchello. «Mi sembra una situazione veramente paradossale che denota la grande confusione esistente in questa vicenda – dichiara - la Uil ribadisce ancora una volta la centralità strategica del settore e la delicatezza della situazione che prevede chiarezza di idee, lungimiranza ed equilibrio nelle decisioni. Si tratta di decidere il destino di migliaia di lavoratori, oltre alle strategie industriali per i prossimi anni».

Licchello ribadisce inoltre, che il petrolchimico di Brindisi deve continuare ad avere un ruolo fondamentale nella chimica di base nazionale ed internazionale e che l’azienda Versalis rappresenta il cuore dei prossimi investimenti che necessariamente dovranno essere realizzati per rafforzare il ciclo produttivo, sia quantitativamente che qualitativamente. «I vantaggi che ne derivano sono chiari a tutti - sostiene il segretario Uil - perché, tra l’altro, l’indotto costituito dalle numerose aziende che lavorano nel settore avrebbero molti benefici da guadagnare e con esse le migliaia di lavoratori: lavoro sicuro e maggiore sicurezza economica. Ancora oggi continuare a parlare di vendita, voluta o non voluta, significa non aver rispetto del territorio ed affrancare l’Eni dai tanti impegni assunti e mai realizzati. Siamo ancora in attesa delle bonifiche, in attesa degli interventi da effettuare sulle torce, per i cambiamenti annunciati e non ancora rispettati per l’affidamento degli appalti, dove si fa e si disfa a proprio comodo. Ma vogliamo continuare ad essere ottimisti e costruttivi. Siamo convinti che Eni rappresenti la migliore garanzia per continuare a sviluppare il settore della chimica di base. Basta che prenda finalmente decisioni giuste e le rispetti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA