Comunque vada, uno dei due tra Giuseppe Marchionna e Roberto Fusco, sarà il nuovo sindaco di Brindisi. E dovrà affrontare una lunga serie di questioni, a partire da quelle inevitabili ed inderogabili, come quelle relative al bilancio ed al piano di riequilibrio finanziario pluriennale, il cosiddetto “predissesto”, fino ad arrivare a quelle che tanti cittadini hanno evidenziato durante questa campagna elettorale: dal rifacimento di strade e marciapiedi e dal nodo parcheggi in centro fino alla creazione o al recupero degli spazi di aggregazione, soprattutto nelle periferie. Passando per le questioni, fondamentali, legate al modello di sviluppo ormai in fase di ineluttabile transizione.
Il confronto tra i candidati: verso il ballottaggio
Questioni delle quali discuteranno i due candidati, Marchionna per il centrodestra e Fusco per 5 Stelle e Pd, questa mattina nel salone della Provincia nel secondo confronto organizzato da Quotidiano, che sarà moderato ancora una volta dal direttore Rosario Tornesello, il quale sottoporrà ai due aspiranti sindaco le domande sui temi più scottanti che riguardano la città. A partire da quelli relativi al bilancio, con la incapacità del Comune, nei decenni passati, di incassare una percentuale adeguata di tributi locali, cosa che ha completamente ingessato il bilancio a causa dell’esplosione del fondo crediti di dubbia esigibilità, per non parlare del deficit accumulato.
Oltre i limiti di bilancio: una visione di sviluppo
Fondamentali restano anche le questioni legate allo sviluppo dell'industria e del porto. A partire dalla transizione verso fonti di energia rinnovabili. Con Enel costituitasi in giudizio contro il ricorso degli ambientalisti che hanno contestato la Valutazione d’impatto ambientale positiva per il progetto di riconversione a gas della centrale “Federico II” di Cerano. Riconversione alla quale, almeno in teoria, la società avrebbe rinunciato, prevedendo invece una riqualificazione ambientale del sito e la previsione di impianti, e filiere, legati alle fonti rinnovabili. Un progetto al quale, invece, non hanno rinunciato i sindacati che, al contrario, hanno sempre chiesto ad Enel di fare un passo indietro rispetto alla sterzata verso le rinnovabili. A questo si aggiunge il dibattito sulla filiera collegata a questo tipo di fonti energetiche e, più in generale, sulla necessità di accogliere in maniera meno “burocratica” gli investimenti dei privati sul territorio. Investimenti che siano, questo lo dicono entrambi, green. Ma è sulla definizione precisa di cosa sia green che le differenze saltano agli occhi. Strettamente collegato a questi argomenti è il destino del porto, la sua infrastrutturazione ma soprattutto il suo utilizzo: industriale, commerciale, turistico. In questo senso, entrambe le posizioni sembrano più diplomatiche rispetto alla ruvidità mai nascosta dal sindaco uscente Riccardo Rossi, che ha spesso contrastato le scelte dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, arrivando a chiedere che Brindisi torni ad essere un’Autorità portuale autonoma.
Le difficoltà dei commercianti tra parcheggi e corsi da chiudere o aprire
Si discuterà anche della crisi del commercio che, soprattutto in centro, ha ceduto al passo ai grandi centri commerciali. Probabilmente, così sostengono in molti, soprattutto a causa di problematiche come la endemica carenza di parcheggi e le difficoltà a raggiungere il centro cittadino. Ma si parlerà anche delle scelte fatte in vista del ballottaggio di domenica e lunedì. Da un lato la decisione di concentrarsi sulla campagna elettorale senza alcuna trattativa con i due candidati sindaco esclusi al primo turno, Pasquale Luperti e Riccardo Rossi, e dall’altro il tentativo di raggiungere un accordo “informale” a fronte di un apparentamento formale che, tra le altre cose, avrebbe sottratto posti in consiglio comunale soprattutto ai partiti maggiori della coalizione.
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