Elicotterista morto durante un'esercitazione: militare a processo

Elicotterista morto durante un'esercitazione: militare a processo
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Sabato 16 Giugno 2018, 05:30
OSTUNI - Udienza preliminare ieri al tribunale di Taranto per la morte del militare ostunese Alessandro Schettini: rinviato a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo, il verricellista con lui sull’elicottero, durante l’esercitazione che si trasformò in tragedia il 15 marzo del 2016, Alessandro Benvenuti. Nel corso dell’udienza di ieri la famiglia del giovane militare della Città bianca, tramite i suoi legali Giuliano Calabrese e Fabrizio Anglani, si è costituita parte civile. Nel corso della discussione in aula gli stessi avvocati, del foro di Brindisi, hanno chiesto il rinvio a giudizio del vericellista. Dopo una camera di consiglio durata diverse ore, il giudice Benedetto Ruberto ha accolto l’istanza, per la prima udienza che si terrà il 6 novembre 2018, l’unico militare al momento coinvolto in questa attività investigativa. L’incidente di oltre due anni fa avvenne nei pressi di un aeroporto militare dismesso tra Manduria e Oria ai confini con le province di Taranto e Brindisi. Schettini, Benvenuti e gli altri militari, che componevano l’equipaggio dell’elicottero Sh90 erano impegnati in una esercitazione. In particolare era in corso una simulazione di recupero di naufraghi. Secondo una ricostruzione, Schettini era sceso al suolo con un’imbracatura legata a un cavo tirato su da un verricello, durante l’operazione. Il presunto errore nella manovra - come si legge nei dispositivo dell’autorità giudiziaria - contestato al militare coinvolto nell’inchiesta, riguarda una procedura specifica (Pos) emanata dal “Quarto gruppo” elicotteri di Grottaglie, nella fase di risalita di Alessandro Schettini, che invece, purtroppo cadde da un’altezza di 30 metri. Un incidente mortale, così, che determinò l’apertura di un fascicolo della procura della repubblica di Taranto, con l’inchiesta coordinata dall’Arma dei Carabinieri. Una verità su quanto fosse realmente accaduto, quel pomeriggio del 15 marzo, sempre invocata dalla famiglia del militare della Città bianca, assistita, sin dall’immediatezza del grave episodio dagli avvocati Calabrese e Anglani. A distanza di oltre due anni della tragedia amici e parenti, continuano a ricordare la passione e l’abnegazione per il lavoro da parte di Schettini. C’era una data impressa nella memoria di Alessandro Schettini: il 29 dicembre del 2014. Le condizioni proibitive del mare; le fiamme alte all’interno della Norman Atlantic, quelle numerose vite umane da salvare, anche a costo di mettere a repentaglio la propria. In quella occasione, così come in tante altre, lui aveva risposto: «Presente». Non era un sì istituzionale, ma una risposta che derivava dall’orgoglio di indossare quella divisa. Quel salvataggio eroico, di decine di persone, aveva permesso a lui di ricevere la medaglia d’oro al merito della Marina.
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