Dolore e funerale blindato per l'addio al 19enne ucciso

Dolore e funerale blindato per l'addio al 19enne ucciso
di Lucia PEZZUTO
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Martedì 17 Settembre 2019, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 12:56

Centinaia di persone, soprattutto giovani e giovanissimi, alcuni in sella alle moto pronti a far rombare i motori. Così la comunità del quartiere Perrino di Brindisi ma anche quella dei rioni San Pietro, San Paolo e Sant'Elia ha voluto salutare per l'ultima volta Giampiero Carvone, il giovane 19enne ammazzato a colpi di pistola lo scorso 10 settembre.

È stato un funerale molto partecipato, grande la commozione davanti a quel feretro coperto di fiori bianchi. Le esequie si sono celebrate ieri nella chiesa Cuore Immacolato di Maria, proprio a qualche metro di distanza da via Tevere dove Carvone abitava e dove ha trovato la morte. Tutte le strade circostanti la chiesa, l'abitazione ma anche il cimitero comunale che si trova a pochi passi da lì sono stati presidiati dalle forze dell'ordine. Polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza e pattuglie della polizia locale erano presenti. Mescolati tra la folla gli agenti della squadra mobile e della Digos. Presenti anche molti carabinieri in borghese. Un funerale costantemente monitorato, persino da un drone che ha ripreso ogni cosa.

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Del resto l'agguato teso al 19enne resta ancora tutto da chiarire, gli investigatori della squadra mobile da circa una settimana lavorano senza sosta per individuare i responsabili. Lo scorso 10 settembre intorno alle tre di notte Gianpiero Carvone era davanti al portone della sua abitazione quando è stato raggiunto da una scarica di proiettili, tre in tutto, uno dei quali lo ha colpito alla nuca.

A trovare il ragazzo disteso in una pozza di sangue è stato il padre, Piero Carvone, richiamato dal rumore degli spari. Per gli inquirenti ancora non è chiaro se il 19enne stesse rientrando o uscendo da casa, o se avesse appuntamento con qualcuno. Una cosa è certa l'assassino o gli assassini lo attendevano, gli hanno teso un agguato in piena regola, uno di quelli che normalmente si definisce dalle modalità mafiose. Gianpiero Carvone non è deceduto sul colpo ma dopo il ricovero presso l'ospedale Perrino.

Inutili i tentativi dei medici di strapparlo alla morte. Il ragazzo è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico ma per lui non c'è stato nulla da fare. La morte di un ragazzo così giovane merita una risposta che ieri pomeriggio don Piero Mita ha provato a dare durante l'omelia del funerale. «Abbiamo sentito tante cose in questa settimana, purtroppo bisogna prendere atto che esiste gente guidata dal risentimento e da un codice e una legge non scritta, che non rispetta il valore più grande dato all'uomo, ossia la vita. Ora Giampiero ha ritrovato la luce di Cristo e si è fatto a sua immagine e somiglianza».

Al termine della cerimonia funebre, il feretro è stato accolto dagli applausi e dal rombo dei motori di decine di ragazzi su scooter e motorini che hanno accompagnato la bara sino all'abitazione della famiglia Carvone. Lì, accanto a quel portene in via Tevere 14, era stato realizzato un murales con una scritta: Coloro che amiamo e abbiamo perduto non sono più dove eravamo ma sono ovunque dove noi siamo. Ciao piccolo Gigi. Per noi sarai sempre la nostra stella. Così la famiglia del 19enne ha voluto riportare a casa per l'ultima volta il proprio figlio. E poi da lì è partito il corteo verso il cimitero comunale.

Tutto questo sotto gli occhi vigili delle forze dell'ordine che continuano a indagare.

Domenica si è svolta l'autopsia sul corpo del ragazzo. I risultati saranno determinanti per capire l'esatta traiettoria del proiettile mortale. Gli investigatori sono convinti che l'omicidio sia maturato negli ambienti criminali. Giampiero Carvone, nonostante la giovane età, aveva numerosi precedenti penali. Per questo non si esclude che l'agguato possa essere collegato proprio ad alcuni soggetti con cui il ragazzo aveva avuto a che fare.

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