Il direttore generale Asl Roseto: «La carenza di medici è un problema nazionale ma a Brindisi i servizi sono garantiti»

Il direttore generale della Asl di Brindisi Flavio Roseto
Il direttore generale della Asl di Brindisi Flavio Roseto
di Danilo SANTORO
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Martedì 3 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:29

«Stiamo lavorando affinché questa situazione rappresenti solo una fase, la più breve possibile. La sicurezza delle cure non manca». Così il direttore generale dell’Asl di Brindisi Flavio Roseto spiegando la decisione di dichiarare lo stato di emergenza per la vertenza relativa ai Pronto Soccorso della provincia.

L'allarme dell'Ordine dei Medici: «A Brindisi poco personale, cure nei Pronto Soccorso a rischio»

Dottor Roseto, avete accolto la richiesta della conferenza dei sindaci di dichiarare lo stato di emergenza per i tre Pronto soccorso di vostra competenza (Brindisi, Francavilla Fontana e Ostuni). Come si tradurrà nell’assistenza agli utenti e quanto potrebbe durare?

«Innanzitutto ringraziamo l’assessorato alla Sanità e il dipartimento Promozione della Salute della Regione che ci stanno supportando in questa fase emergenziale, autorizzandoci, in tempi brevissimi, a porre in essere tutte le azioni per fronteggiare la situazione ed evitare l’interruzione di pubblico servizio.

Abbiamo condiviso l’appello dei sindaci, che sono l’autorità sanitaria locale, perché siamo consapevoli che l’emergenza al Pronto soccorso richiede soluzioni immediate, indifferibili e straordinarie. Sappiamo di poter contare su medici che, oltre all’innegabile senso del dovere, hanno le competenze per gestire una situazione complessa come quella dei Pronto soccorso, ancorché per un tempo limitato. Il problema principale è il numero di professionisti disponibili: con le misure che la Regione ci sta facendo applicare, contiamo di allentare la pressione sui camici bianchi con un vantaggio per l’utenza in quanto, di fatto, potendo contare su un numero maggiore di medici, rafforziamo il servizio. È chiaro che, trattandosi di una situazione emergenziale e straordinaria, la cosa non andrà avanti per sempre, anche se la soluzione definitiva non è semplice da trovare: useremo il tempo che abbiamo a disposizione per cercare di risolvere la questione e ritornare alla normale gestione dei Pronto soccorso nel più breve tempo possibile».

Cosa potrebbe far rientrare questo stato di emergenza?

«Banalmente, risponderei dicendo che lo stato di emergenza rientrerà quando ci saranno medici dell’Emergenza-Urgenza a sufficienza. In realtà, quello delle risorse umane è un problema che viaggia sopra le nostre teste: c’è bisogno di allargare la platea nazionale per avere a disposizione un numero di medici adeguato alle necessità dei Pronto soccorso di tutta l’Italia».

Lo stallo principale sembra essere relativo alle difficoltà di assunzione per l’indisponibilità di candidati, nonostante le procedure concorsuali da voi avviate. La carenza di medici un problema di carattere generale, da ovviare secondo lei, in quale maniera?

«Come dicevo prima, il problema è nazionale. Noi, come sottolineava, abbiamo percorso tutte le strade disponibili per alleviare la situazione. Sappiamo tutti come sono andati i concorsi banditi. Le misure per superare questo problema vanno cercate ai livelli decisionali più alti: abolizione del numero chiuso, aumento delle borse per le scuole di specializzazione, accesso alla professione più rapido, affiancamento degli specializzandi ai medici già in servizio sono alcune delle misure che si stanno studiando. Inoltre, occorrerebbe rivedere le retribuzioni, differenziandole fra chi lavora in Pronto Soccorso e chi no. Siamo i primi a sperare che si faccia in fretta, così da poterci dedicare al miglioramento del sistema. Ci sono tante realtà nel servizio sanitario pubblico brindisino che meritano attenzione e interesse e che, a causa dei noti problemi, non emergono».

Secondo l’Ordine dei Medici “l’impiego di personale inadeguato alla funzione di medico di Emergenza e Urgenza non garantisce la sicurezza delle cure”. Come risponde alle critiche dell’Ordine?

«Sappiamo di poter contare sulla competenza dei nostri medici. Inoltre, le misure che stiamo adottando sono condivise e sottoscritte dalla Regione: l’Ordine fa bene a sottolineare le criticità per sollecitarci a trovare le giuste soluzioni, ma la strada che ci troviamo davanti non lascia troppe alternative. Stiamo lavorando affinché questa situazione rappresenti solo una fase, la più breve possibile. La sicurezza delle cure non manca, anche perché i medici, seppur senza specializzazioni affini o equipollenti, prenderanno in carico i pazienti con codici di minore gravità».

Una vertenza che si apre, e un’altra giunta all’epilogo più volte richiesto dalle organizzazioni sindacali: l’internalizzazione del trasposto 118. In questa vicenda quale è stato il valore aggiunto per il buon esito della vicenda?

«Lo switch dalle associazioni di volontariato a Sanitaservice del servizio trasporto 118 è andato a buon fine, senza intoppi. Penso che sia un fatto importante, poiché non era affatto scontato un epilogo come questo. È essenziale evidenziare il lavoro di tutti, degli operatori sul campo, di chi sta dietro le quinte, ma soprattutto vorrei che fosse evidenziato lo sforzo organizzativo, materiale e diplomatico di Massimo Leone - direttore del 118 - e degli amministratori di Sanitaservice, attualmente diretta da Francesco Zingarello Pasanisi e precedentemente da Maria Rosa Di Leo, che hanno reso semplice una cosa oggettivamente complicata e piena di incognite».

Sul fronte infrastrutturale, quali saranno le priorità, per l’Asl di Brindisi, nel 2023?

«L’hospice di Mesagne sarà consegnato a breve e siamo a buon punto con l’ampliamento della sala parto e della Rianimazione del Perrino. Saranno attivati, poi, gli 8 posti di Rianimazione a Francavilla. In calendario per il 2023 c’è anche il completamento della Rianimazione, il proseguimento dei lavori della piastra di Ostuni, l’avvio dei lavori day hospital oncologico del Perrino. In prospettiva, ci sono gli oltre 67 milioni di euro del Pnrr per migliorare l’assistenza sanitaria sul territorio con le ristrutturazioni di edifici riconvertiti in Case di comunità. Per la dotazione tecnologica acquisiremo 21 grandi apparecchiature sanitarie (Tac, risonanza magnetica, acceleratore lineare, angiografi, ecografi) che sostituiranno le precedenti, per quasi 13 milioni di euro. Inoltre, all’ospedale Perrino partiranno i lavori di una nuova cabina elettrica che servirà tutto l’ospedale e che consentirà l’implentazione dei servizi di Terapia intensiva e centro Grandi ustioni. Infine, inizieranno le opere del Centro risvegli di Ceglie Messapica».

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