Dimentica la prenotazione: multata dopo oltre sette anni

Dimentica la prenotazione: multata dopo oltre sette anni
di Maurizio DISTANTE
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Martedì 28 Agosto 2018, 20:02 - Ultimo aggiornamento: 20:11
Mariarosaria Mustich, giovane mamma di Latiano, ha dovuto leggere più volte quella lettera che il postino le ha recapitato una ventina di giorni fa: la missiva, proveniente dall'Asl, conteneva la richiesta di pagamento di una sanzione pari a 40 euro per la mancata disdetta di una visita specialistica prenotata per il figlio e mai sostenuta. La donna, una volta inquadrata la situazione, ha cercato di ricostruire nella memoria quella prenotazione e la mancata cancellazione che ora l'Asl le rimprovera. Ha scavato nei ricordi recenti per cercare di capire a cosa si riferisse il documento e quale fosse la prestazione prenotata per conto del figlio 13enne e non sostenuta.
Ripresa in mano la richiesta di pagamento, l'arcano si è svelato ai suoi occhi: la visita cui faceva riferimento la lettera risaliva a 7 anni addietro, quando il ragazzino era appena un bambino di 5 anni e qualche mese. «All'inizio racconta Mustich non stavamo riuscendo a capire di cosa si trattasse, poiché fortunatamente nell'ultimo periodo mio figlio non ha avuto nessun bisogno di visite mediche di alcun tipo. Quando è stato chiaro che c'era una sanzione da pagare per un qualcosa che sarebbe avvenuto 7 anni fa, ho immediatamente pensato a un errore: non è possibile che vengano a chiedere il pagamento di una sanzione dopo tanto tempo, mi sono detta».
Invece è possibile: la legge, in questi casi, prevede che le sanzioni si possano richiedere fino a 10 anni dagli eventi, facendo ricadere il caso della donna entro i termini stabiliti. La prescrizione della burocrazia ha una vita più lunga rispetto a quella della giustizia ordinaria. «Non conoscendo le disposizioni in materia prosegue la mamma mi sono recata al distretto dell'Asl di via Dalmazia per capire come questa lettera mi possa essere arrivata».
Armata di tanta pazienza, Mustich è arrivata a Brindisi da Latiano per chiedere lumi sui fatti: dopo qualche domanda in giro per sportelli e uffici, e qualche risposta tra il vago e l'evasivo, finalmente, una sentenza definitiva: la sanzione va pagata perché questo dice la legge. «Anche i dipendenti che mi hanno chiarito i fatti erano un po', come dire, in imbarazzo: ho chiesto di poter controllare se effettivamente, oltre 7 anni fa, non mi sia presentata alla visita con mio figlio e ho ricevuto il documento che attestava la nostra assenza all'appuntamento. A quel punto, ho pagato la multa perché questo dice la legge». Dove non c'è legge non c'è libertà, arguiva il filosofo e medico britannico John Locke ma, in alcuni casi, pare che la legge, che va rispettata a prescindere, come dimostrato dalla mamma latianese, invece di stabilire un principio e garantire liceità dei comportamenti dei cittadini abbia i contorni di una punizione che oltrepassa anche quelle che possono essere le mancanze in cui gli stessi possono incappare. «Ho pagato perché andava fatto spiega Mustich ma da cittadina voglio esprimere tutta la mia indignazione per una norma che lede i diritti, soprattutto dei più deboli: io non ho avuto nessun problema nel corrispondere quanto chiesto, ancorché io ritenga sbagliata la sanzione per i modi e i tempi nei quali mi è stata recapitata, ma penso ai tanti anziani, ai tanti disabili alla tanta gente sola che avrebbe difficoltà sia a pagare, sia a comprendere, sia a capire come verificare se la richiesta di pagamento sia legittima o meno. Ho voluto raccontare la mia storia non per me, anche perché ho già corrisposto il dovuto, ma perché penso che finché mugugniamo tra di noi o urliamo sui social network le cose non cambieranno mai».
La battaglia di civiltà sposata da Mustich trova una sponda anche nelle parole del direttore generale dell'Asl, Giuseppe Pasqualone. «Non posso non condividere le rimostranze della signora afferma il Dg La legge, però, è legge e in quanto tale va rispettata. Anche noi siamo soggetti a leggi e regolamenti e uno di questi ci impone di riscuotere questi crediti: se non lo facessimo, saremmo noi a violare la legge». In effetti, è difficile immaginare un ente dello Stato che violi una legge dello Stato. «Purtroppo conclude non siamo noi a fare le leggi ma siamo tenuti tutti, dai cittadini agli enti, a rispettarle. Sette anni, mi rendo conto, sono tanti ma, per quello che possiamo fare come Asl, cercheremo di smaltire al più presto le pratiche arretrate per evitare che storie simili si ripropongano di nuovo».
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