Colpo alla gioielleria: inseguiti da un'anziana, i rapinatori fuggono in bus

I carabinieri
I carabinieri
di Mariateresa LANZILLOTTI
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Mercoledì 3 Aprile 2019, 08:45
Compie la rapina a Carovigno con il complice, cade durante la fuga, prende il pullman per raggiungere l'altro che era già stato fermato a Brindisi e viene beccato a sua volta. I carabinieri arrestano i presunti autori del colpo alla gioielleria ad una manciata di ore dall'assalto. I due si erano telefonati varie volte.
È accaduto intorno alle 19.20 di lunedì a Carovigno, in via Carducci. In un attimo, il delirio. Due uomini fanno irruzione con la pistola spianata. All'interno del punto vendita di preziosi, in quel momento, c'era solo l'anziano padre del titolare, un 75enne. I due, che di lì a breve i carabinieri riconosceranno nel brindisino 36enne, Vito Braccio, e nel 38enne di Mesagne, Alessandro Muscio, hanno immobilizzato la vittima. Lo hanno legato con fascette di plastica da elettricista ed hanno arraffato alcuni gioielli. L'imprevisto. Negli istanti della rapina è entrata in negozio la moglie dell'anziano e madre del titolare, la donna ha iniziato ad inveire contro i due soggetti. Messi alle strette, questi si sono dati alla fuga. La signora dietro di loro. A questo punto, quello che i carabinieri ritengono fosse Braccio, ha fermato un automobilista di passaggio, un 22enne del posto, puntandogli la pistola, lo ha fatto scendere dalla Grande Punto che stava conducendo e si è dato alla fuga. Il presunto complice, quindi, Muscio, invece, data la concitazione del momento, è caduto, ha perso il compagno e si è dileguato a piedi.
Nel giro di pochi minuti, i carabinieri delle compagnie di Brindisi e San Vito hanno dato il via alla caccia agli uomini. I militari si sono messi sulle tracce dell'auto rubata, che era dotata di localizzatore satellitare. Posti di blocco, perquisizioni a carico dei soggetti già noti residenti in zona. Dopo un po', l'auto è stata individuata, parcheggiata in piazza Zandomeneghi, nel rione Sant'Elia a Brindisi. Gli uomini dell'Arma si sono precipitati sul posto. Nel mentre, Braccio si stava allontanando da una palazzina polare del suo quartiere. È stato fermato. Sottoposto ai controlli del caso, sarebbe emerso sin da subito che, nelle ore che avevano preceduto il colpo, il brindisino aveva intrattenuto vari contatti telefonici con il presunto complice, Muscio. Intanto, altri reparti dei carabinieri si sono dedicati alle perquisizioni. Ed ecco che, nel cassone di una motoape che stava parcheggiata vicino al punto nel quale è stato fermato Braccio, hanno rinvenuto la refurtiva, 17 orologi e un anello da donna. Non solo, nella tromba delle scale al quarto piano dello stabile di via Cremona, i militari hanno scovato anche quella che presumono sia l'arma usata durante il colpo. La pistola era stata nascosta sotto un sacchetto di pellet sul pianerottolo che conduce al terrazzo.
Una volta arrivato a Sant'Elia, anche Muscio è stato intercettato. Come reso noto dai militari, il 38enne mesagnese presentava escoriazioni sulle braccia riconducibili alla caduta durante la fuga. Corsa durante la quale, Muscio non solo si sarebbe fatto male ed avrebbe perso parte della refurtiva, ma avrebbe anche rotto il proprio cellulare. Quindi, impossibilitato a chiedere il soccorso di eventuali amici, l'uomo sarebbe arrivato a Brindisi a bordo di un mezzo per il trasporto pubblico. A conclusione degli accertamenti, i due indagati sono stati condotti presso la casa circondariale di via Appia.
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