Dai "nomi scomodi" in lista alle liti sugli scrutatori: la polemica corre sui social

Dai "nomi scomodi" in lista alle liti sugli scrutatori: la polemica corre sui social
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Martedì 29 Maggio 2018, 06:50
BRINDISI - Sempre di più le campagne elettorali vivono di vita propria sui social, che ormai superano la realtà “analogica” dal punto di vista della propaganda elettorale. E la campagna elettorale per le amministrative 2018 di Brindisi non fa eccezione. Neanche per le polemiche tra candidati e tra schieramenti, tanto che quella che va in scena nella vita reale sembra una campagna elettorale piuttosto sotto tono mentre quella che corre sui social è carica di odi e risentimenti.
Sono comunque pochi, in realtà, gli argomenti che accendono gli animi su Facebook e si potrebbero contare sulle dita di una mano: questione scrutatori, inchiesta Multiservizi e coinvolgimento dell’ex assessore Luperti, rapporti con i protagonisti delle peggiori amministrazioni del passato di Brindisi. Solo in pochissimi casi, infatti, le “scintille” social hanno riguardato temi programmatici, come è accaduto per la costa (per la quale Massimo Ciullo ha parlato di «interessi occulti») e per la questione dei ticket per gli impianti sportivi (con l’aspro scontro tra Brindisi Bene Comune e Brindisi in Alto), entrambe comunque declinate con evidenti riferimenti ai personaggi che hanno indirizzato le passate amministrazioni.
Ma il primo, dal punto di vista cronologico, argomento sul quale si sono accapigliate le coalizioni è stato proprio quello che ha riguardato l’inchiesta Multiservizi, che vede tra gli indagati anche Pasquale Luperti. Proprio quest’ultimo, candidato con la lista Brindisi Popolare a sostegno di Roberto Cavalera, ha deciso di rinunciare alla corsa per il Consiglio.
Massimo Ciullo si era rivolto in quell’occasione al prefetto, chiedendo di vigilare sulla campagna elettorale, sostenendo tra l’altro che «l’elevato stato di bisogno di numerosi cittadini di Brindisi espone loro al rischio che politicanti senza scrupoli possano approfittarne per trarre vantaggio elettorale attraverso il voto di scambio». E poi la richiesta a Prefettura e Procura di vigilare «sui rapporti che alcuni candidati ex amministratori hanno presso gli uffici del Comune» e anche sulla «presenza di candidati imparentati o comunque legati a persone e situazioni ad alto rischio di illegalità».
Cavalera, tuttavia, si era detto tranquillo rispetto ai candidati nelle proprie liste ed aveva ribaltato l’accusa su Ciullo. «C’è da restare stupefatti - aveva risposto poi Riccardo Rossi - per la leggerezza e superficialità delle dichiarazioni di Cavalera che, in una nota stampa, afferma di non essere preoccupato di quanto accaduto ieri con i provvedimenti della Magistratura sui rapporti Multiservizi–politica. Tutti i brindisini sono invece estremamente preoccupati da quanto emerso e dovrebbero esserlo ancor di più se chi si candida a guidare la città come Cavalera dichiara di non aver mai avuto preoccupazioni».
Collegata alla onnipresente questione dei nomi presenti nelle varie liste è la polemica legata alle parole di qualche giorno fa dell’ex sindaco Giovanni Antonino, il quale si è poi scusato sempre su Facebook. Antonino aveva preconizzato che tante persone che oggi gli hanno voltato le spalle lo avrebbero omaggiato una volta vinte le elezioni. Persone alle quali lui avrebbe chiuso le porte in faccia. Ciullo aveva parlato di “Giovanni Antonino il tiranno”, chiedendo a Cavalera «come possa continuare a illudersi di definirsi “garante” di un cartello elettorale che vede protagonisti simili personaggi che addirittura minacciano di chiudere le porte ai cittadini che la pensano diversamente da lui».
Anche Gianluca Serra aveva approfittato della questione per appellarsi «alle persone oneste» che fanno parte della coalizione di Cavalera invitandole a fare un passo indietro. «Sorvolando, ma non troppo, su un atteggiamento che dimostra un pieno controllo dei propri voti, si deve evidenziare che il messaggio - aveva sottolineato Serra - è quello che il Pri conterà tanto nella prossima eventuale giunta Cavalera e che si dovrà omaggiare l’ex sindaco prima di poter prendere qualsiasi decisione. Un eventuale futuro governo Cavalera mostra il suo peccato originale, che è quello che aveva la giunta Carluccio, sarà sotto ricatto dei soliti politici in cui omaggi e concessioni faranno abbandonare ogni possibilità di lavorare per il bene dei cittadini».
Cavalera, dal canto suo, si difende dichiarandosi lontano - a differenza di altri ed in particolare di Rossi e di Ciullo, entrambi accusati anche di incoerenza - dai giochi di palazzo. Ciullo, infatti, «ha con se l’ex sindaca Carluccio e anche persone discutibili che veicolano sui social messaggi minacciosi». Mentre Rossi «ha nella sua coalizione quel Pd che ha sempre osteggiato per poi decidere di piegarsi, per sperare di ottenere quel consenso che gli elettori brindisini gli hanno già negato altre due volte».
Solo Ferruccio Di Noi ha provato a gettare acqua sul fuoco, criticando l fatto che la politica brindisina «si appassiona più al gossip che alle vere problematiche che attanagliano la città».
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