Covid e crisi economica, il bilancio a pezzi: «Comuni ridotti in mutande, tante famiglie a rischio»

Covid e crisi economica, il bilancio a pezzi: «Comuni ridotti in mutande, tante famiglie a rischio»
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Mercoledì 30 Settembre 2020, 10:33
Il Covid rischia di mettere doppiamente in ginocchio le famiglie italiane e brindisine. A causa degli effetti deleteri sul mondo del lavoro, tra licenziamenti e cassa integrazione, ed a causa della riduzione dei servizi erogati dagli enti locali alle fasce deboli per la drastica contrazione delle entrate, tributarie e non, dovuta alla pandemia ed alle conseguenze su bilanci già provati. A lanciare, nuovamente, il grido d'allarme è l'assessore alle Finanze Cristiano D'Errico, che torna a ribadire, mentre i termini per l'approvazione del bilancio di previsione 2020 scadono proprio oggi, la necessità di un ulteriore aiuto da parte dello Stato. E ad immaginare, come forma di provocazione, una sfilata in mutande per richiamare l'attenzione del governo.

Lo stanziamento totale di 4,5 miliardi, dei quali 4,5 milioni destinati al Comune di Brindisi, è infatti, rivela, insufficiente a sostenere «le maggiori spese necessarie affrontate durante l'emergenza Covid e soprattutto il calo delle entrate». Tutto questo, dunque, porterà «ad una situazione di dissesto generalizzato».

Insomma, è la previsione di D'Errico, «il Covid avrà effetti devastanti per le famiglie: riduzione nella capacità di spesa a causa della cassintegrazione e nella peggiore delle ipotesi la perdita del posto di lavoro; dall'altra il pericolo di veder ridurre i servizi erogati dagli enti locali a favore delle famiglie più bisognose facendo aumentare la marginalità sociale ed amplificando la sofferenza».
In tutto questo, «le proposte dell'Anci avanzate al governo al fine di rivedere il fondo crediti dubbi esigibilità, il fondo di garanzia per i crediti commerciali, le norme sugli enti strutturalmente deficitari sono ad oggi ancora inascoltate. Così le misure sino ad oggi adottate rischiano di avere solo un effetto placebo».

Per quanto riguarda Brindisi in particolare, il Comune, essendo in pre dissesto, «sarebbe obbligato al rispetto assoluto del piano di riequilibrio pluriennale. La norma è stringente: nel caso di un conclamato mancato raggiungimento del riequilibrio o degli obiettivi intermedi previsti dal piano, il Comune sarebbe dichiarato in dissesto con gravi sanzioni fino allo scioglimento del Consiglio».

Ma, sostiene l'assessore, esiste una soluzione: «Da un lato una responsabile definitiva presa d'atto da parte del governo della gravità della situazione con una nuova ulteriore iniezione di risorse per gli enti locali; oltre alle misure proposte dall'Anci citate dianzi». Dall'altro, il Comune «deve operare una revisione della spesa; non una spending review sterile caratterizzata da un semplice taglio ragionieristico ma da una revisione che passi attraverso una misurazione responsabile dei bisogni. È indispensabile ora più che mai ripensare la struttura della spesa in funzione dello stravolgimento sociale che il Covid portato, sta portando e porterà».
Bisogna, sostiene D'Errico, ripensare la spesa dell'ente in termini di efficacia ed efficienza eliminando spese improduttive ed inique a favore dei settori più fragili della città coinvolgendo tutti, sindacati, mondo della associazionismo, cittadinanza attiva. Insomma, Comune e governo insieme per superare le tante e gravi emergenze che sono emerse, devastanti, sul piano sanitario e sociale».

E se il governo non dovesse rispondere a questo appello? «A quel punto - è la provocazione dell'assessore - bisognerebbe fare come fece a suo tempo il sindaco di Milano, Albertini: sfilare in mutande; lui lo fece per un motivo effimero: sfilò per Valentino, lo stilista. Noi dovremmo farlo per un motivo assai più nobile: la città. Magari durante un consiglio monotematico sul futuro di Brindisi; e magari maggioranza e minoranza insieme, tutti con la stessa divisa. Intanto il Comune deve fare la sua».

In particolare, l'ente dovrà comunque approvare il bilancio di previsione, i cui termini proprio a causa dell'emergenza sanitaria sono slittati fino ad oggi. Ma visto che nel consiglio comunale convocato per questo pomeriggio non c'è, all'ordine del giorno, il via libera al documento economico previsionale, è facile immaginare che l'amministrazione - ancora alle prese con il tentativo di far quadrare i conti - attenderà la diffida da parte del prefetto, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, sempre che il pensionamento di Umberto Guidato non crei imprevedibili ritardi, per poi convocare una nuova riunione del Consiglio ed affrontare, una volta per tutte, il bilancio di previsione. A quel punto, se i conti quadreranno e la maggioranza avrà i numeri, si potrà andare avanti e procedere con l'annunciato rimpasto di giunta. Altrimenti, arriverà lo scioglimento del consiglio comunale e la fine dell'amministrazione.
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