Collegamenti rapidi e semplici
sull’asse tra Adriatico e Tirreno
«Noi ponte tra Spagna e Balcani»

Città e porto visti dall'alto
Città e porto visti dall'alto
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Venerdì 31 Agosto 2018, 08:00
BRINDISI - Facilitare, accompagnandone la crescita, il traffico intermodale mare-terra-mare, diventando uno snodo affidabile ma anche ecologicamente sostenibile sulla direttrice Turchia-Spagna. Questo, in sostanza, l’obiettivo dell’accordo sottoscritto ieri a Brindisi dal presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico meridionale Ugo Patroni Griffi e dal presidente dell’Autorità di sistema portuale del Tirreno centrale Francesco Maria Di Majo.

Un accordo fondato su tre colonne portanti: miglioramento delle condizioni ambientali all’interno dei porti (unico obiettivo per il quale era inizialmente nato), incentivazione ma anche una gestione intelligente della movimentazione di camion, rafforzamento degli effetti benefici della Zes tramite la semplificazione burocratica.
L’approccio ecologicamente sostenibile, a sua volta, si applica su due fronti: gli investimenti da effettuare all’interno dei porti ma anche il minore impatto di un trasporto intermodale per la maggior parte marittimo come quello che si sviluppa sulla trasversale del corridoio Tirreno-Adriatico, collegando rapidamente Barcellona con i balcani, la Grecia e la Turchia e viceversa.

In particolare, Patroni Griffi ha parlato della possibilità di approfittare degli ampi spazi portuali per la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili da utilizzare per i fini dell’ente. «Col Politecnico di Bari stiamo portando avanti - ha annunciato - due-tre progetti per l’installazione di colonnine per gli autoveicoli, uno con il fotovoltaico che alimenta la colonnina e uno utilizzando gli stessi aerogeneratori che aveva disegnato Piano: la libellula, microeolico a ridotto impatto ambientale con una certa gradevolezza estetica. Tutto questo ci permette di investire nei nuovi autoveicoli dell’Autorità prediligendo quelli con alimentazione elettrica. Energia prodotta non in una centrale a carbone ma nel porto stesso, con fonti rinnovabili, che mi pare davvero il massimo». Per non parlare della possibilità di “orientare” con la politica tariffaria dell’ente le scelte delle compagnie, incentivando le navi di ultima generazione che, oltre ad essere ad impatto ambientale ridotto hanno anche una comodità di trasporto superiore.
Altro tassello dell’accordo, però, è l’incentivazione del traffico dei cosiddetti “rotabili”, ovvero dei camion, unico settore in crescita costante (anche a Brindisi, come ha sottolineato il presidente dell’Authority) e che può essere intercettato con relativa facilità. Ma che deve anche essere “accompagnato” per non creare problemi alle città che rappresentano gli snodi principali della rete. L’obiettivo, in questo caso, è velocizzare, tramite la semplificazione di tutte le operazioni, proprio di questo tipo di traffico.

Puntando, anche in questo caso, sull’ambiente. «Non si tratta soltanto degli investimenti tecnologici che si possono fare nel porto - ha sottolineato il presidente Di Majo - ma c’è proprio il tema della combinazione mare, gomma, di nuovo mare, che è quello sul quale auspicabilmente si svilupperà questa trasversale, che dà già un grosso vantaggio in termini ambientali. Far partire le merci da Barcellona, farla arrivare via nave a Civitavecchia, trasferirla via gomma verso i porti dell’Adriatico e poi di nuovo su nave, per giungere poi alla penisola balcanica, genera una significativa riduzione di emissioni rispetto al percorso tutto su gomma che oggi ancora, purtroppo, continua ad essere utilizzato». Tra l’altro, partendo da questo link adriatico-tirrenico, il traffico si può sviluppare anche lungo altre direttrici, ad esempio verso Marsiglia e la Francia.

Infine, l’interazione tra la Zes Adriatica e la Zls, Zona logistica semplificata, dei porti del Tirreno. «Il motore su cui si scommette per queste aree non sono tanto le provvidenze economiche che vengono riconosciute agli imprenditori che si insediano - ha ricordato Patroni Griffi - ma sono principalmente le semplificazioni burocratiche. La portualità e la logistica in Italia muoiono di burocrazia. E invece l’idea è, e ne abbiamo parlato anche in Assoporti, che dove ci sono Zes e Zls ci debba essere la massima semplificazione, cioè l’autorizzazione o la concessione unica».
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