Né Crociferi né Pappamusci: cancellati i riti della Pasqua

Né Crociferi né Pappamusci: cancellati i riti della Pasqua
di Michele IURLARO
3 Minuti di Lettura
Lunedì 23 Marzo 2020, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 08:35
«Personalmente, non penso che i Riti della Settimana Santa si svolgeranno. Volesse il cielo che l'epidemia terminasse improvvisamente, ma sarebbe comunque difficile e inopportuno consentire gli assembramenti e rischiare di favorire la diffusione del contagio. Purtroppo, ritengo che quest'anno i Riti non si svolgeranno. Per lo meno, non nelle modalità conosciute da tutti». Monsignor don Alfonso Bentivoglio, arciprete di Francavilla Fontana e parroco dalla Basilica Minore abbraccia la tesi più realista. Non ci saranno i Pappamusci, non ci saranno le statue de I Misteri. Non ci saranno quei Sepolcri addobbati nelle chiese da visitare con gli amici, con la famiglia. Anche nella Città degli Imperiali, gli eventi legati alla Settimana Santa saranno, con ogni probabilità, annullati. Quel che resta, con celebrazioni a porte chiuse ancora tutte da definire nel calendario e nei modi, è, ricorda l'uomo di fede, all'interno di noi stessi, chiamati a riscoprire valori umani e cristiani. L'emergenza coronavirus non intacca la fede, ma cancella, con un colpo di spugna, le tradizioni millenarie legate alla pasqua francavillese.

Fede e riti: la tradizione sfida i tempi
Papa a piedi in centro a Roma va a venerare il crocifisso miracoloso che fermò la peste nel 1522


Interpellato a margine della celebrazione della Santa Messa in un Basilica vuota ma trasmessa, sabato pomeriggio, in diretta tv su Canale 85, monsignor Bentivoglio, pur chiarendo di essere ancor in attesa di comunicazioni ufficiali, ammette l'impossibilità a garantire il rispetto delle prescrizioni anti contagio varate dal Governo e dal presidente del consiglio Giuseppe Conte. I Riti afferma don Alfonso - ci mancheranno, mancheranno soprattutto a Francavilla Fontana, ai suoi credenti, ai suoi cittadini. Ora, però, è il momento della responsabilità. Dobbiamo pensare al bene di tutti, al bene comune. Non dobbiamo veicolare il virus Se non si solgeranno i Riti aperti al pubblico, dovrebbero invece essere confermate le celebrazioni delle messe all'interno delle chiese, che resterebbero però chiuse al pubblico. Stiamo aspettando di capire cosa accadrà, in attesa delle indicazioni che ci verranno fornite e che noi osserveremo in maniera fedele, puntuale e precisa.

L'emergenza coronavirus, insomma, stravolgerà la Settimana Santa di Francavilla Fontana. Impossibile dimenticare i piatti del Mercoledì Santo, portati in giro dai bambini e poi, nei colori primaverili del grano germinato, esposti in addobbo nei Sepolcri delle chiese. Sepolcri come luogo di preghiera e aggregazione, mete dei fedeli nella serata del Giovedì Santo quando, per le vie cittadine, i Pappamusci iniziano il loro lento ma incessante pellegrinaggio che, idealmente, si conclude nella notte di Venerdì, quando le statue de I Misteri raccontano il dramma del Cristo dopo la lunga processione seguita, pure, da I Crociferi, penitenti incappucciati che trascinano enormi e pesanti croci in legno.

Momenti, immagini e colori cristallizzati nella memoria collettività della Città degli Imperiali chiamata, come altre comunità, a rinunciare ad una parte importante delle sue tradizioni. Anche senza Riti, però, la Pasqua resta. Anche se non ci saranno quelle manifestazioni cui siamo legati avverte monsignor Bentivoglio - prepariamoci a vivere la Santa Pasqua restando in casa, riscoprendo il valore della preghiera famigliare. Voglio rivolgere un abbraccio paterno a tutti, un abbraccio a distanza che anticipa quello vero, quando avremo superato questa difficile prova. E allora continua il parroco - riscopriamo quello che avevamo dimenticato, rafforziamoci comprendendo meglio i valori umani e cristiani. Seguiamo la scienza, i medici e la ricerca, ma continuiamo a riporre fiducia nel Signore. L'inverno potrà prolungarsi, ma conclude don Alfonso - presto arriverà la primavera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA