Il Covid e la ripresa, le aziende cercano 3.000 addetti: i dati e i settori

Il Covid e la ripresa, le aziende cercano 3.000 addetti: i dati e i settori
di Francesco TRINCHERA
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Lunedì 10 Agosto 2020, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 13:16
Nel mese di agosto il personale ricercato nelle imprese della provincia di Brindisi avrà numeri inferiori rispetto alle altre province pugliesi anche se rimane nella media per tasso di entrata. Numeri che comunque salgono nel prossimo trimestre, quando il fabbisogno delle aziende si attesterà intorno ai tremila addetti. Questo il quadro fornito dal documento nazionale di Excelsior, realizzato da Unioncamere ed Anpal. Il report, compilato mensilmente (anche territorialmente), è uno dei primi a dare un quadro di quella che potrà essere l'economia dopo il lockdown imposto per l'emergenza sanitaria da Covid-19, al netto di possibili influenze dei cosiddetti lavori stagionali. L'analisi è basata sulle risposte arrivate da circa 105mila imprese, campione rappresentativo delle imprese con dipendenti al 2020 dei diversi settori industriali e dei servizi.

Per il Brindisino, le nuove entrate previste sono 906: un dato che, come detto, colloca il territorio nel fondo della classifica regionale (in cui non c'è la provincia Bat) dietro a Bari (4.070), Lecce (2.290), Foggia (1.690) e Taranto (1.590), anche se non è comunque tra i peggiori a livello nazionale. Il rapporto, in particolare, analizza i singoli territori in due tabelle distinte. La prima presenta i numeri relativi ai lavoratori previsti in entrata all'interno dei vari gruppi professionali: solo l'8,6 percento dei 906 andrà tra dirigenti, professioni specializzate e tecnici, mentre il grosso sarà quello per impiegati ed addetti vendita e servizi (55,3 percento). Il 21,9 è invece la percentuale di operai specializzati e conduttori di impianti ed il restante 14,2 saranno le entrate relative a professioni non qualificate. Il Brindisino, come descritto anche in una cartografia dell'Italia, con questi dati ha uno dei numeri più bassi a livello nazionale per il gruppo di dirigenti, professioni specializzate e tecnici.

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Analogamente, un'ulteriore tabella divide i lavoratori in entrata per settore (industria e servizi). Nel primo caso, la provincia di Brindisi vede il 22,7 percento di nuove entrate previste nell'industria e 77,3 percento in quello dei servizi. Lo stesso schema, inoltre, illustra anche altri due fattori. Il primo è quello relativo al tasso di entrata, ovvero il numero di nuove entrate per ogni 100 lavoratori dipendenti: per Brindisi ed il suo territorio è di 1,9, corrispondente alla media regionale pugliese dove primeggiano Foggia e Taranto (2,3), seguiti da Lecce (2,1) mentre Bari è più indietro (1,5).

Secondo fattore, invece, è quello alle previsioni di nuove entrate per il trimestre agosto-ottobre di quest'anno: anche in questo caso Brindisi (con 3.220) è fanalino di coda per numeri assoluti a livello regionale dietro Bari (18.330), Lecce (7.870), Foggia (6.080) e Taranto (4.880).
Le conseguenze dell'emergenza sanitaria, in ambito nazionale e macroterritoriale, sono analizzate in una serie di appendici dell'elaborato di Unioncamere ed Arpal. In Italia il 37,7 percento dice di essere tornato a livelli simili a quelli pre-emergenza, mentre il 57,6 è a regime ridotto. Il restante 4,7 sono invece imprese con attività sospesa o per le quali si valuta la chiusura: in quest'ambito ad aver sentito maggiormente l'impatto del lockdown sono state imprese di servizi formativi e privati (l'11,5 percento), comunicazione (10,8 percento) e ristorazione e turismo (9,2). Come macro-territori è il sud quello con il maggior numero di entità imprenditoriali in estrema difficoltà (6,5 percento) Per quel che riguarda la possibilità che, «secondo le aspettative e conoscenze del mercato di riferimento», l'attività possa riprendere a livelli accettabili, la maggior parte delle imprese italiane (il 54 per cento) stima i primi sei mesi del 2021, mentre il 30,8 percento entro quest'anno. Percentuali minori per chi l'aveva previsto entro la fine del mese scorso (8 per cento) e fine ottobre (7,1).
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