Parrucchiere ed estetiste a domicilio: «Aumentano il rischio del contagio»

Parrucchiere ed estetiste a domicilio: «Aumentano il rischio del contagio»
di Francesco RIBEZZO PICCININ
3 Minuti di Lettura
Domenica 5 Aprile 2020, 10:46 - Ultimo aggiornamento: 10:51
Chiusi per decreto, perché tra i settori ritenuti maggiormente esposti al contagio di Covid 19, parrucchieri ed estetiste avevano in realtà già prima dell'obbligo deciso di abbassare le saracinesche, per onestà e serietà professionale. Perché già consapevoli del rischio elevato. Eppure, denunciano le associazioni di categoria, in questo periodo di emergenza è esploso il fenomeno dell'abusivismo, già di per sé difficile da sradicare. Nonostante l'emergenza ed il lockdown, dunque, parrucchiere ed estetiste in nero svolgono il lavoro in casa o, addirittura, raggiungono le abitazioni delle clienti. Rischiando, in questo modo, di diffondere in maniera incontrollata l'epidemia.

Un fenomeno che la polizia locale, a Brindisi, ma anche a San Vito dei Normanni, sta provando a contenere. Con grandi difficoltà. Per le attività regolari spiega il direttore di Confartigianato Brindisi Teodoro Piscopiello la chiusura comporta sacrifici enormi, a partire da quello di doveri dire ai collaboratori di stare a casa. Ma se i dipendenti possono usufruire della cassa integrazione, riconosciuta grazie al fondo di solidarietà bilaterale dell'artigianato, i titolari sono quelli che fino ad oggi hanno sofferto di più, perché non ricevono nulla tranne il bonus di 600 euro che serve a sostentare le famiglie ma non certo a coprire i costi degli affitti, dei mutui o dei prestiti che hanno in corso. Ma non basta.

Ad aggravare la situazione prosegue c'è stata un'impennata degli acconciatori e delle estetiste che svolgono quest'attività abusivamente. Un fenomeno che è sempre esistito e che è difficile da sradicare, perché si svolge in casa. Ma che si può contenere se si fa informazione e sensibilizzazione dell'utenza, che deve rivolgersi a persone che hanno competenze ed esperienza certificati, laboratori a norma, personale formato e dichiarato e che usano prodotti a norma.

Tutto questo, sottolinea il direttore di Confartigianato, ancora di più con l'emergenza coronavirus. Chi oggi svolge questa attività abusivamente, infatti, viene considerato un pericolo pubblico perché rischia di contagiare decine di persone, anche a sua insaputa se è asintomatico.

E, tra l'altro, corre a sua volta il rischio di essere infettato ed ammalarsi. Ecco perché Confartigianato ha chiesto all'amministrazione comunale ed in particolare all'assessore alle Attività produttive di intervenire coinvolgendo la polizia locale. Anche perché molte di queste acconciatrici ed estetiste si fanno anche pubblicità sui social network, con tanto di numeri di telefono. Una vera beffa per chi oggi ha dipendenti regolarmente assunti, un locale da pagare, tasse e tutto ciò che oggi paga un'impresa che vuole essere in regola.
Stesso punto di vista anche per la Cna. Avevamo fatto appello ricorda la direttrice Sonia Rubini ai cittadini utenti perché temevamo che potesse diventare un problema e dopo un mese è andata effettivamente così. Rivolgersi agli abusivi è già di per sé un rischio per la salute ma in questa contingenza particolare lo è anche di più, perché non possiamo sapere come vengono sterilizzati, se mai lo sono, spazzole, forbici ed attrezzi utilizzati da persona a persona. È una vera follia. Al di là della battaglia, che abbiamo sempre portato avanti, contro il lavoro sommerso, che danneggia le attività regolari di chi paga le tasse ed ogni giorno si alza avendo la responsabilità di produrre valore economico, oggi è una follia anche rivolgersi a chi non segue adeguate norme igieniche e sanitarie.

Una richiesta di aiuto accolta dall'assessore alle Attività produttive Oreste Pinto. Comprendiamo le difficoltà di chi è in regola conferma ed in questo periodo di emergenza è stato costretto a fermare le attività. Per questo non faremo mancare l'impegno per arginare questo fenomeno e garantire non solo la legalità ma anche la salute delle persone. Per questo, la polizia locale si farà carico di verificare eventuali, ben circostanziate denunce.
© RIPRODUZIONE RISERVATA