San Vito, tentato omicidio confessato al telefono: «Gli ho sparato tre-quattro colpi»

San Vito, tentato omicidio confessato al telefono: «Gli ho sparato tre-quattro colpi»
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Giovedì 23 Giugno 2022, 10:51 - Ultimo aggiornamento: 18:36

Due persone sono state arrestate dai carabinieri nell'ambito dell'indagine su un agguato avvenuto a San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi. I due, Adriano De Iaco e Giovanni Nigro, 32 e 53 anni, del posto, sono accusati di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso e dall'aver agevolato un'associazione mafiosa, nonché di detenzione e porto abusivo di arma. Le vittime sono un sorvegliato speciale di San Vito e un suo amico. Il decreto di fermo è stato emesso  dal pubblico ministero Carmen Ruggiero della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, e notificate dai carabinieri del Nucleo investigativo di Brindisi e del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di San Vito.

L'agguato

I fatti sono avvenuti la sera di domenica scorsa: intorno alle 20, i due indagati hanno fatto irruzione all’interno dell’abitazione di un sorvegliato speciale che in quel momento era in compagnia di un’altra persona, esplodendo al loro indirizzo due colpi di pistola calibro 7,65, non riuscendo nel loro intento per la pronta reazione delle vittime che si sono alla fuga sui tetti e sino sono riparati dietro ad un muretto contro cui sono stati esplosi altri due colpi di pistola calibro 7,65

La confessione

I due autori della spedizione punitiva sono stati individuati grazie ai filmati di tre impianti di videosorveglianza che li hanno ripresi su Largo  Sant'Antonio e le vie vicine.

La svolta è arrivata poi dall'esistenza di un'inchiesta della Dda di Lecce e dalla circostanza che il telefono cellulare di De Iaco fosse intercettato. Comunicando con una persona con accento barese, De Iaco ha affermato: «Abbiamo fatto danno noi. Io sto a posto, però sto in mezzo alle campagne, come un cornuto. Nella macchina abbiamo dormito io e Giovanni. Non l'ho colpito, capito? Ho sfondato la porta di casa, siamo saliti sopra, è scappato sul terrazzo, gli ho sparato tre-quattro colpi. E loro si sono nascosti dietro alle colonne. Poi avevano fatto un bordello e ce ne siamo andati».

L’omicidio non andò a buon fine anche per l’inceppamento dell’arma. I presunti malviventi, dopo il fatto, si sono resi irreperibili trovando rifugio in località isolate di San Vito dei Normanni e Brindisi, grazie anche ad una presunta rete di fiancheggiatori. La Direzione distrettuale antimafia di Lecce ha contestato agli indagati il metodo mafioso e l’agevolazione di un’associazione mafiosa in quanto la spedizione omicidiaria rientrerebbe in un più ampio disegno criminoso ricadente nei conflitti per il controllo del territorio e dei relativi traffici illeciti nel comune di San Vito dei Normanni ed altre località limitrofe da parte di contrapposte fazioni della criminalità organizzata.

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