«Colpirò Brindisi». Espulso un cittadino marocchino

«Colpirò Brindisi». Espulso un cittadino marocchino
di Salvatore MORELLI
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Venerdì 16 Febbraio 2018, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 11:37
Un attentato a Brindisi e si sarebbe pure vantato con altri immigrati in un Cie lombardo dove era stato portato dopo una denuncia ricevuta proprio in questa città. Forse per questo motivo era risentito e covava una vendetta finita con un provvedimento del Viminale che lo ha imbarcato su un volo destinazione Casablanca, in Marocco. Era infatti giunto da quel Paese l’uomo di 25 anni, arrestato per oltraggio a pubblico ufficiale e per via di ripetute molestie a sfondo sessuale. Il primo scontro lo aveva avuto nel settembre scorso a Brindisi: era giunto da immigrato clandestino e i carabinieri, sospettando l’irregolarità della permanenza in Italia, lo avevano fermato per identificarlo. Reagì inveendo contro i militari tentando pure di aggredirli. Fu arrestato e mandato a Milano dove ad altri immigrati avrebbe detto di essere un affiliato all’Isis e che avrebbe voluto compiere un attentato a Brindisi utilizzando la dinamite. Ieri il venticinquenne è stato espulso dal territorio italiano per motivi di sicurezza, rimpatriando nel proprio Paese con un volo decollato dalla frontiera aerea di Milano Malpensa verso Casablanca.
In merito a quanto accaduto il Viminale ha fatto sapere che quella del marocchino è già la 17esima espulsione che avviene quest’anno, mentre dal 1° gennaio 2015 ad oggi sono stati 254 i soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso espulsi dall’Italia. Una storia, quella del 25enne marocchino, che fa alzare la guardia dopo gli attentati terroristici avvenuti in Francia, Germania, Belgio e Inghilterra, tant’è che il livello di sicurezza nei porti italiani, ed in particolare in quelli in cui fanno scalo navi da crociera e traghetti come Brindisi, le nuove disposizioni prevedono ormai maggiori controlli ai varchi di accesso, ai veicoli e ai passeggeri e un monitoraggio più accurato di tutte le aree portuali.
 
L’anno scorso, a marzo, il nome di Brindisi era nuovamente comparso nella lista a rischio del Viminale perché lo scalo portuale di Costa Morena era stato ritenuto dai servizi antiterrorismo particolarmente sensibile al transito di ex soldati di “Daesh”, un acronimo che viene spesso usato in sostituzione di “Isis” per indicare lo Stato Islamico. Proprio ad integrare il sistema di sicurezza del porto e dell’aeroporto, dopo l’innalzamento del livello di allarme in Italia, in questi siti avevano operato non a caso le Squadre operative di supporto dei carabinieri (Sos), personale particolarmente addestrato e equipaggiato, in grado di fronteggiare un primo contatto con eventuali terroristi.
Inoltre, sempre nei primi mesi de 2017, era stata la Digos di Brindisi a individuare in città (insieme al coordinamento del Servizio centrale antiterrorismo) una cellula terroristica salafita composta da 11 persone in gran parte già arrestate in Germania: uno dei componenti, un 27enne congolese, era stato stato sottoposto a fermo proprio a Brindisi il 2 gennaio mentre si trovava ospite al Cpr di Restinco, nonché amico di un marocchino ritenuto vicino all’autore dell’attentato avvenuto a Berlino il 19 dicembre 2016.
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