Civetta ferita a un'ala: la salvano i vigili urbani

Civetta ferita a un'ala: la salvano i vigili urbani
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Giovedì 16 Maggio 2019, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 08:42
Non riusciva più a volare, forse per un'ala rimasta ferita. Per questo, uno splendido esemplare di civetta è stato soccorso e quindi raccolto dagli agenti di polizia locale di Francavilla Fontana, intervenuti dopo una segnalazioni nella villa Comunale della Città degli Imperiali.

La civetta, che si trovava nei pressi delle giostrine, è stata poi affidata alle cure di un veterinario e, quindi, del servizio apposito della Asl di Brindisi. A salvare l'esemplare, per altro protetto, i marescialli Francesco Paciullo ed Emanuele Cannalire. I due poliziotti, coppia fissa di pattuglia tra le vie della Città degli Imperiali, era nodi ronda quando, dalla centrale operativa del comando di via San Vito, è arrivata la segnalazione.

Pronti e via, ecco i due agenti all'interno della Villa Comunale intitolata, come l'omonimo viale, a Vincenzo Lilla. Seguendo le indicazioni fornite da un cittadino, i due marescialli hanno raggiunto il parco giochi con le giostrine dei bambini per individuare, a stretto giro, la povera civetta.

Il volatile era in evidente difficoltà. Sbatteva le ali e zampettava a vuoto, cercando quel volo negato da una ferita di qualche tipo. I marescialli dal cuore d'oro non ci hanno pensato due volte: senza paura, quanto meno quella di essere beccati, hanno avvicinato la civetta e, con modi delicati, l'hanno letteralmente abbracciata, custodendola prima a piedi e poi in auto fino alla caserma, dove poi è stata presa in carico e in cura da un veterinario del posto, in linea con la normativa vigente.

La civetta, infatti, è un volatile notturno considerato specie protetta. Guai ad infastidirla. E non certo per il timore di incappare il qualche malaugurio, quanto, piuttosto, in sanzioni pesanti.
La notizia del soccorso, sbarcata poi sul web, non ha mancato, per altro di attirare le attenzioni e l'affetto degli internauti. Qualcuno ha già ribattezzato lo sfortunato rapace con il nome di Cocò, augurando buona guarigione.
M.Iur.
 
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