Chiude il supermercato Dok del centro: svendita finale, poi in nove resteranno senza lavoro

Il supermercato Dok di corso Garibaldi
Il supermercato Dok di corso Garibaldi
di Lucia PEZZUTO
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Lunedì 16 Gennaio 2023, 21:11 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 06:50

Chiude il supermercato Dok in corso Garibaldi a Brindisi, il centro storico sempre più desertificato e nove persone restano senza lavoro. Un altro colpo duro all’economia del territorio brindisino, un’altra saracinesca chiusa in corso Garibaldi che si va ad aggiungere a quelle di decine di negozi che hanno cessato definitivamente la propria attività negli ultimi anni.

Il destino dei lavoratori

Il 31 gennaio prossimo il Dok non ci sarà più, le lettere con il preavviso di licenziamento per i nove dipendenti del punto vendita sono state già consegnate una ventina di giorni fa e gli scaffali si vanno via via svuotando. «Siamo davvero rammaricati - dicono i dipendenti che a breve si ritroveranno senza un lavoro - questo supermercato ha una storia che si va a chiudere nel peggiore dei modi».

Le ragioni della decisione

Stando a quanto riferiscono il recesso dell’attività scaturisce dal contratto di locazione non rinnovato tra il franchising ed il proprietario dell’immobile. Di conseguenza non vi sarebbero più le condizioni per poter svolgere l’attività commerciale. «Purtroppo si era partiti con un altro programma tempo addietro, si parlava di una ristrutturazione, un ammodernamento dei locali. Poi qualcosa è cambiato ed ora si chiude», aggiungono i dipendenti. «La cosa brutta è che ci ritroviamo in mezzo ad una strada. È stata consegnata la lettera di preavviso di licenziamento qualche settimana fa. Noi abbiamo chiesto al gruppo se ci fosse la possibilità di essere ricollocati ma ci hanno detto di no». Una vicenda, dunque, destinata ad appesantire ulteriormente l’elenco delle vertenze sindacali in corso sul territorio a difesa del diritto dei lavoratori. 

Anni di onorato servizio

Il supermercato in questione ha alle spalle una sua lunga storia. L’attività commerciale, infatti, esiste da quando è stato costruito lo stabile. Negli anni si sono susseguite varie catene, Sidis, Despar, Standa, Aligros, Carrefour, Gruppo Mediamark. Il marchio Dok con i suoi nove dipendenti è arrivato nel 2010. «È stato uno dei primi supermercati ad essere aperto su Brindisi - dicono - a noi, tra l’altro, è arrivato all’orecchio che lì dovrebbero nascere dei parcheggi, posti auto.

Tuttavia non ne abbiamo la conferma. In ogni caso entro il 31 gennaio dobbiamo liberare i locali. Ma sicuramente si chiuderà prima perché stiamo effettuando una svendita promozionale e quindi di merce ne è rimasta ben poca, vuoi perché in centro il supermercato aveva il suo bacino di utenza, vuoi perché si è sparsa la voce».

La desertificazione del centro

Cala il sipario su un’altra attività commerciale nel cuore del centro storico cittadino, si impoverisce ancora di più il territorio, la gente resta senza lavoro ed uno dei corsi principali della città perde un altro punto di attrattività. 
«Era un punto di riferimento per tanti residenti ma anche per i turisti - dicono, ancora, i dipendenti - è un vero peccato, situato accanto al porto gli equipaggi delle imbarcazioni potevano tranquillamente fare la spesa senza doversi spostare. Basti pensare a cosa succedeva ogni anno in occasione della Regata Brindisi Corfù». E ancora: «La gente, chi potrà spostarsi con l’auto, ovviamente, andrà al centro commerciale. Un gran peccato perché era l’unico punto vendita di 700 metri quadri che comunque poteva essere raggiunto a piedi, un grande assortimento, dalla macelleria, ai salumi ai casalinghi. Ora non sappiamo come sfrutteranno questi spazi ma siamo certi che per un bel po’ ci saranno le saracinesche chiuse con un ulteriore peggioramento dell’economia del centro storico».

Le associazioni di categoria

La notizia della chiusura dell’attività commerciale, l’ennesima negli ultimi anni, non poteva non creare allarme anche nella Confesercenti di Brindisi che da tempo cerca di interloquire con gli imprenditori di settore per sostenere il commercio. «Purtroppo non è la prima volta, in venti anni sono state davvero tante le attività che hanno abbassato le saracinesche», dice Michele Piccirillo, presidente di Confesercenti Brindisi. E tra le righe, un appello: «Noi invitiamo vivamente il proprietario dello stabile e il titolare dell’attività a ritornare sulle loro posizioni. La Confesercenti è disponibile a fare da mediatore nell’interesse di tutti anche per tutelare i posti di lavoro. Vorremmo poter partecipare alle trattative. È un periodo difficile per tutti: abbiamo l’inflazione al 12 per cento, due anni di pandemia e persino la guerra in Ucraina. In ballo ci sono interessi personali ma anche quelli di una collettività. Noi ci siamo». Resta il lento declino di un circuito commerciale che, nel corso degli anni, ha conosciuto in centro, per svariate ragioni, una crisi profonda, dalla quale a fatica tenta di risollevarsi.

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