La Cgil abbraccia la battaglia contro la nuova rete mobile 5g: «I sindaci blocchino tutto»

La Cgil abbraccia la battaglia contro la nuova rete mobile 5g: «I sindaci blocchino tutto»
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Lunedì 8 Giugno 2020, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 16:36
Anche la Cgil di Brindisi si unisce alla battaglia contro il 5g, la rete mobile di nuova generazione che, nel giro di qualche anno, anche in Italia dovrebbe sostituire quelle attualmente esistenti e utilizzate. E che, anche a livello internazionale, ha fatto esplodere una vera e propria campagna di terrore grazie a fake news quali il collegamento del 5g con la diffusione del coronavirus. Notizie che hanno portato, nel Regno Unito, alla distruzione di alcune antenne 5g ed all'aggressione di operai al lavoro per la loro installazione.

In Italia, tuttavia, non si è arrivati a questi eccessi. Ma in molti, soprattutto tra associazioni e movimenti, hanno chiesto ai sindaci di bloccare l'installazione delle antenne per la rete di nuova generazione almeno per il principio di precauzione, fino a quando non sarà dimostrata con certezza la totale assenza di effetti negativi sulla salute. E in questo solco si inserisce la richiesta da parte del segretario provinciale della Cgil Antonio Macchia, il quale si rivolge ai sindaci del territorio, al presidente della Provincia Riccardo Rossi, all'assessore regionale alla Salute (ovvero il governatore Michele Emiliano), alla direzione scientifica dell'Arpa Puglia, all'Agenzia regionale strategica per al salute e il sociale, al direttore generale dell'Asl Giuseppe Pasqualone ed al direttore del dipartimento di Prevenzione dell'Asl di Brindisi Cosimo Nicolì.

Il segretario della Cgil, in particolare, chiede ai sindaci di emanare apposite ordinanze contingibili e urgenti per sospendere l'utilizzo del 5g sui territori di competenza e negare l'autorizzazione all'installazione di impianti relativi a questa tecnologia in quanto potrebbero condurre ad un aggravamento della condizione ambientale anche perché gli impatti su ciascuna componente ambientale vengono poi letti in maniera cumulativa. In questo senso, Macchia ricorda l'appello per la moratoria del 5g inviato alla Commissione europea, sottoscritto da 164 scienziati e medici e da 95 organizzazioni non governative secondo i quali il 5g aumenterà l'esposizione a radiazioni da radiofrequanza oltre quelle già in uso del 2g, 3g, 4g, Wifi, con un conseguente rischio per la salute umana e per l'ambiente. Per la giusta informazione è bene precisare che vi sono invece altri studi (pochi per la verità) i quali affermano che non ci sarebbe nessun danno per chi è esposto alla tecnologia 5g. Ma un dato è certo: il 5gespone la popolazione a livelli di radiazioni a radiofrequenza centinaia di volte maggiori di quelli esistenti attualmente.

Al riguardo, rassicurazioni sono arrivate dall'Istituto superiore di sanità, dalla Fondazione Airc e anche dall'Anci, l'Associazione nazionale dei Comuni italiani, proprio a causa del fatto che diverse amministrazioni comunali hanno emesso provvedimenti contro l'installazione e l'utilizzo di tecnologie 5g. Anche l'inclusione delle onde elettromagnetiche nel gruppo 2b dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) si riferisce alle esposizioni dovute all'utilizzo dei telefoni cellulari, non alle esposizioni ambientali o lavorative. Per contestualizzare, in tale gruppo c'è anche lavorare come parrucchiere, mangiare sottaceti e bere caffè.

Al presidente della Provincia, invece, il segretario della Cgil chiede allo scopo di minimizzare il rischio sanitario sui campi elettromagnetici, di promuovere un tavolo sanità/ambiente volto a monitorare le ripercussioni dei campi elettromagnetici su popolazione ed ecosistema individuando, oltre agli organi istituzionali preposti cui la presente è indirizzata, membri autorevoli della scienza e della medicina indipendente, coinvolgendo unitamente un coordinamento locale in cui possano aderire, oltre ai Comuni, tutti i soggetti portatori d'interesse tra cui parti sociali, associazioni dei malati e cittadinanza attiva.

In definitiva, la Cgil chiede che venga assunto da tutti i livelli istituzionali, in primis i sindaci, il principio della tutela e salvaguardia della salute umana e della tutela ambientale come valori di rilievo costituzionale, nonché beni inalienabili.
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