Si fa un selfie calpestando i caduti: il web si indigna

Si fa un selfie calpestando i caduti: il web si indigna
di Maria GIOIA
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Martedì 24 Ottobre 2017, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 21:54
Ha generato non poca indignazione la foto di una ragazza in piedi sulla lastra commemorativa del monumento ai caduti di via San Rocco a Ceglie Messapica, pubblicata su Facebook nella giornata di domenica. Lastra su cui sono incisi i nomi dei soldati cegliesi morti nella prima e seconda guerra mondiale, nella guerra d’Africa e nella guerra civile spagnola (1936 – 1939). Lo scatto è stato pubblicato sul social network dalla diretta interessata, scatenando le reazioni dei parenti dei caduti e le condanne di altri cittadini. Non appena compresa la gravità della sua azione, la ragazza ha subito rimosso l’immagine e chiesto scusa per l’accaduto. Il suo è stato un gesto sottodimensionato, forse come tanti accaduti in passato quando l’assenza dei social li circoscriveva quasi a goliardia tollerata. Ma oggi tutto è amplificato, il proprio computer o lo smartphone un’arma che ci si rivolge contro. E tutto questo la ragazza che ha “calpestato la storia” lo ignorava. Il suo pentimento non ha fermato il dibattito nato sul social, relativo al rispetto e alla tutela che una comunità deve a tutto ciò che rappresenta la sua storia. Come spesso avviene su Facebook, nella giornata di domenica la foto della ragazza che “calpesta” la lastra commemorativa è stata condivisa da alcuni utenti sconcertati per l’accaduto.
Tra questi c’è pure il presidente dell’associazione politico – culturale cegliese “La Bussola”, Angelo Gasparro, che ha commentato: «Ormai manca ogni forma di rispetto, anche per i caduti in guerra». Inutile dire che la pubblicazione della foto “incriminata” ha lasciato spazio a critiche e offese, oltre che appelli a sanzioni. Ma nella discussione lanciata dal commento di Gasparro è intervenuto il maestro Uccio Biondi con una riflessione su quanto avvenuto: «Proviamo a sottolineare il perché senza aggressioni. Premessa: un sito del genere, impostato malissimo dalle Amministrazioni, diventa luogo anonimo tra manufatto architettonico preesistente e dunque monumento ai Caduti più scriteriata collocazione della Nike bronzea più iscrizioni installative in ferro rugginoso». E ancora: «1, il luogo portato alla spiritualità dovrebbe essere curato e avere la sua custodia. Invano. Di fatto ci sono vandalismi e ruberie. 2, il luogo nell’incuria continua ad essere violentato e deturpato nel suo essere. Da qui ragazzotti e ragazzette, che non sanno perché ignoranti né conoscono il senso di essere cittadini di una comunità, si arrogano il diritto di invadere spazi che nella memoria collettiva restano intoccabili. 3, la mancanza di senso civico - prosegue il noto artista - è il termometro esatto e la percezione che ormai si vive tra animaletti incoscienti che pensano solo all’apparenza. Per fortuna sono casi episodici da stigmatizzare con veemenza. La foto, in definitiva, è inutile, ma la giovane ragazza non deve essere messa alla berlina né derisa. Vuole solo essere informata e, quindi, educata al rispetto di ciò che appartiene anche a lei. Tutto qui».
 
La foto della lastra commemorativa “calpestata” dalla giovane in posa è solo l’ultimo, grave episodio che riguarda il monumento di via San Rocco, che in altre occasioni ha fatto da sfondo persino a buffet e foto di neosposi, come segnalato in passato dallo storico Michele Ciracì.
Questa estate, infatti, il sito è stato preso di mira dai ladri che hanno rubato elmo e braciere. A questo punto, tutta la comunità cegliese (a partire dall’Amministrazione comunale sino ad arrivare alle famiglie) ha il dovere di prendere coscienza della necessità di aiutare i più giovani e non solo a scoprire e riscoprire la sua storia e rispettarla, perché non venga più in mente a nessuno di mettere sotto i piedi la memoria collettiva.
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