Ceglie, anziana trovata morta nel congelatore di casa: l’autopsia esclude l’omicidio volontario. Dissequestrata la villetta di campagna

Ceglie, anziana trovata morta nel congelatore di casa: l’autopsia esclude l’omicidio volontario. Dissequestrata la villetta di campagna
di Maria GIOIA
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Martedì 2 Maggio 2023, 21:26 - Ultimo aggiornamento: 21:27

È stata dissequestrata la villetta di contrada Seppe Nisi a Ceglie Messapica dove il 22 novembre scorso i carabinieri hanno trovato il corpo senza vita dell’82enne Maria Prudenza Bellanova (conosciuto come Renza), nascosto in un pozzetto congelatore dal figlio 55enne, Angelo Bellanova. 
I sigilli sono stati tolti perché l’autospia svolta dal medico legale Domenico Urso ha stabilito le cause del decesso: morte naturale. Nessun segno di violenza sul corpo ed è stata escluso anche l’effetto dell’azione di sostanze ingerite che avrebbe potuto innescare una patologia mortale. Sono questi i dati a disposizione, sono quelli emersi nelle battute della vicenda. 
Difeso dall’avvocato Aldo Gianfreda, Angelo Bellanova resta indagato per l’ipotesi di reato di occultamento di cadavere e di abbandono di persona incapace.


Tutto ha avuto inizio il 22 novembre scorso, quando i carabinieri sono arrivati nella villetta di campagna in cui Renza viveva con il figlio, trovando il corpo dell’anziana in un pozzetto congelatore sistemato in garage. A quel punto è stata avviata l’attività di indagine che ha portato in caserma Angelo Bellanova, denunciato a piede libero per il reato di occultamento di cadavere, confessato dinanzi ai carabinieri e al pubblico ministero, Mauron Gallone.
L’autopsia è stata eseguita pochi giorni dopo, il 26 novembre, dal medico legale, Domenico Urso.

Durante l’esame non sono stati trovati segni di violenza sul corpo di Renza o elementi che potessero portare a stabilire le cause della morte. E proprio per questo motivo, gli inquirenti erano in attesa dell’esito degli esami istologici e tossicologici che avrebbe potuto dare ragione o smentire il figlio dell’anziana, il quale ha sempre sostenuto che la madre fosse deceduta per cause naturali.


Intanto, il 23 gennaio scorso il 55enne ha deciso di seppellire la salma della mamma dopo due mesi di attesa nella camera mortuaria del cimitero cittadino. In quella circostanza, il parroco della chiesa di San Lorenzo da Brindisi, don Leonardo Dadamo, ha benedetto il feretro che è stato tumulato in un loculo comunale. 
L’ultimo capitolo della storia di Renza si ferma al dissequestro della casa di campagna eseguito nei giorni scorsi dai carabinieri.
Si attende ora la chiusura delle indagini preliminari e le scelte della difesa, alla luce della confessione, sul rito processuale.

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