«Bene di interesse eccezionale», c'è l'ok del Consiglio regionale. Svolta storica per la riapertura del Castello di Oria, ora dovrà decidere il Ministero

«Bene di interesse eccezionale», c'è l'ok del Consiglio regionale. Svolta storica per la riapertura del Castello di Oria, ora dovrà decidere il Ministero
di Michele IURLARO
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Mercoledì 9 Febbraio 2022, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 14:45

Per i consiglieri promotori, l'approvazione della mozione che impegna la Regione Puglia a chiedere al ministero della Cultura di riconoscere il Castello di Oria e tutta la Cittadella bene di interesse eccezionale è una «svolta storica», perché permetterebbe la «riapertura del maniero chiuso da ormai 15 anni». Per valutare la portata dell'operazione bisognerà aspettare i prossimi step, ma intanto i consiglieri regionali Maurizio Bruno e Paolo Pagliaro si godono una piccola vittoria, per altro osteggiata da qualcuno nelle scorse settimane.

La mozione presentata in Consiglio regionale

Nella giornata di ieri, infatti, è arrivato il via libera dal consiglio alla mozione bipartisan presentata la scorsa primavera dai due consiglieri regionali.

Una proposta che ha incassato quasi l'unanimità, non fosse stato per il voto contrario degli esponenti di Fratelli d'Italia, tra cui il cegliese Luigi Caroli, già in passato piuttosto dubbioso sulla bontà, oltre che sulla praticità dell'operazione. Bruno, da par suo, esulta. «Con 29 voti favorevoli e solo 4 contrari l'assise ha approvato la mozione presentata da me e dal collega Paolo Pagliaro, per richiedere al ministero della Cultura di riconoscere il Castello di Oria e tutta la Cittadella bene di interesse eccezionale. È scrive il Dem - un passo davvero fondamentale per tutta la città di Oria ma non solo, perché un simile riconoscimento da parte dello Stato permettere la riapertura del Castello al pubblico, di fatto chiuso da ormai 15 anni».

Bene di interesse storico


Il riconoscimento da parte del Ministero dello status di interesse eccezionale potrebbe portare ad una sorta di forzatura sulla proprietà privata del maniero, costringendola ad una riapertura in modi e tempi tutti da stabilire. Una strada tracciata, nei mesi scorsi, anche dalle associazioni del territorio e poi raccolta proprio da Pagliaro e Bruno che, ora, esulta con una certezza. Ovvero che il Ministero «farà tutto il necessario per riconoscere l'interesse eccezionale e dare a Oria e al suo Castello ciò che, in fondo, loro spetta». Per altro, lo status di interesse eccezionale non riguarderebbe solo il maniero, ma anche la cattedrale, il vescovado, il monastero e la chiesa di San Barbato.


Insomma, la mozione Oria ha superato il primo scoglio. E non era così scontato. Anche perché, come ricordano il capogruppo regionale e il consigliere regionale brindisino di Fratelli d'Italia, Ignazio Zullo e Luigi Caroli, contrari alla mozione, «il Castello di Oria è un bene che appartiene a un privato. A questo punto il vero problema è comprendere qual è la concezione che abbiamo noi della proprietà privata. Che si possa espropriare? Noi siamo convinti che con i soggetti si dialoga, non ci vogliono atti di forza».
Che atto di forza, però, non è. Come precisa il promotore della mozione Pagliaro «non c'è da parte nostra alcun intento di delegittimare la proprietà privata del castello, bensì l'interesse a consentirne la massima fruizione, considerato che da ormai quindici anni le porte di questo bene di bellezza monumentale, simbolo della città di Oria, sono chiuse ai visitatori locali e ai turisti, privandoli della possibilità di godere di un vero gioiello di arte e storia». Ed è sempre Pagliaro a ricordare che al confronto e al dialogo «la proprietà del Castello si è sempre sottratta, nonostante non vi fosse alcuna volontà di imporre o spodestare, lo ribadisco, ma di mettere in luce un patrimonio irrinunciabile per Oria, per il Salento e per la Puglia, rendendolo accessibile a tutti».
Ora, via giunta Regionale, la palla passa al Ministero.
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