Castello Alfonsino, la soprintendente apre al dialogo con il Comune

La soprintendente Barbara Davidde
La soprintendente Barbara Davidde
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Sabato 5 Giugno 2021, 05:00

Prova a smorzare i toni della polemica con il Comune di Brindisi, per la quale si dice amareggiata, la nuova soprintendente per l’archeologia, le belle arti ed il paesaggio di Brindisi e Lecce Barbara Davidde. In concomitanza con la riapertura, seppure parziale, al pubblico del Castello Alfonsino dopo la conclusione del primo lotto dei lavori, il sindaco Riccardo Rossi ha infatti accusato la Soprintendenza, in particolare la ex soprintendente oggi segretario regionale del ministero per i Beni culturali Maria Piccarreta, di non avere rispettato gli accordi presi con il direttore generale dello stesso ministero rispetto alla gestione e valorizzazione del castello. Accordi che prevedevano il coinvolgimento del Comune e la redazione di un vero e proprio piano di valorizzazione.

La risposta della soprintendente

«Preso atto - esordisce la soprintendente - delle dichiarazioni rese dal sindaco e, tuttavia, con il fermo proposito di scindere i toni dai contenuti, preme rimarcare il fatto che dopo anni di inutilizzo e vandalizzazione finalmente, con la formula delle aperture programmate, che consentano una adeguata gestione dei flussi dei visitatori, si è reso possibile un primo importante passo verso la futura pubblica fruizione del Forte a Mare».
Ed è proprio questa pubblica fruizione, sottolinea Davidde, ad essere «obiettivo primario comune, da raggiungere con i tempi e i modi più adeguati e solo quando la Soprintendenza, responsabile della custodia e della fruizione del complesso, potrà garantire congrue condizioni di sicurezza. Tale obiettivo sarà perseguito a seguito del successivo lotto di lavori, già programmato, che prevede la dotazione delle infrastrutture di adduzione per la corrente elettrica, l’acqua, lo smaltimento dei reflui e la fibra per la connessione internet; servizi ad oggi garantiti da impianti e sistemi provvisori, in modo da consentirne un utilizzo continuativo e la completa accessibilità per un pubblico più vasto».

Visite limitate

Ad oggi, infatti, il sito, che comprende il vero e proprio Castello Alfonsino e l’Opera a Corno, «non può essere ancora un luogo aperto alla libera fruizione, dato che il recupero effettuato non ha potuto mettere in sicurezza tutto il compendio, costituito da porzioni non ancora ispezionate e da continui salti di quota che, se non opportunamente gestiti, potrebbero costituire un pericolo per la pubblica incolumità». Proprio per questo motivo, prosegue, «l’impegno della Soprintendenza in questa fase è stato quello di favorire l’uso saltuario e non continuativo del monumento, consentendo la visita in maniera controllata». Tutto questo, in modo da consentire fin da subito una fruizione, seppure parziale, di un monumento particolarmente amato dai brindisini e che, a causa della disattenzione e del vandalismo, è rimasto chiuso e inaccessibile per troppi anni. «La Soprintendenza, con l’intento di porsi come presenza positiva e propositiva, assume l’impegno - chiarisce Davidde - di garantire sul posto un proprio presidio fisso di personale, che sarà coadiuvato in questa prima fase dal servizio reso dall’associazione “Le Colonne”, individuata mediante la sottoscrizione di un accordo di partenariato pubblico-privato, che sta svolgendo il programma di visite ed attività presentato durante l’inaugurazione».

Questo, chiarisce tuttavia la soprintendente, «non esclude la possibilità di avviare un dialogo proficuo e costruttivo con ulteriori soggetti, non a scopo di lucro, che vorranno presentare, nell’esclusivo interesse della collettività, proposte e progetti di fruizione e valorizzazione, compatibili con le attuali condizioni del complesso monumentale, e che potranno essere incardinate nel percorso di visita già definito». Le proposte, promette, «saranno accuratamente vagliate e avviate nelle forme più opportune, mettendo in atto procedure che garantiscano la trasparenza e l’equa partecipazione».

La stoccata a Rossi

E proprio alla luce di queste considerazioni, conclude, «la Soprintendenza ribadisce la massima disponibilità e il massimo impegno a dar vita ad un dialogo costruttivo con il Comune e con tutti gli altri enti ed organismi territoriali che vorranno prendervi parte, senza perseguire scopi di lucro, per il comune intento di valorizzare il complesso monumentale di Forte a Mare, inserito tra gli attrattori culturali dal ministero della Cultura, purché sia garantito il rispetto dei ruoli e dei corretti toni istituzionali. Quanto sopra, nell’auspicio che una altrettanto ferma volontà di partecipazione e di sostegno all’attività di tutela e valorizzazione istituzionale sia manifestata dal Comune in tutte le circostanze che vedono impegnata la Soprintendenza nel territorio».

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