Caso Palamara, «azioni disciplinari anche per il capo dei gip di Brindisi»

Caso Palamara, «azioni disciplinari anche per il capo dei gip di Brindisi»
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Giovedì 19 Novembre 2020, 10:39 - Ultimo aggiornamento: 11:27

BRINDISI - Altri tre ex consiglieri del Csm (oltre a Marco Mancinetti che si è dimesso a settembre), un procuratore e due presidenti di tribunali: ci sarebbero anche loro nella lista dei 27 magistrati per i quali il pg della Cassazione Giovanni Salvi ha avviato l'azione disciplinare con riferimento alle intercettazioni e alle chat con Luca Palamara. A pubblicare i loro nomi come destinatari di alcune delle 16 azioni disciplinari, promosse dopo le 11 sfociate in giudizi davanti al Csm (come quelli già in corso ai 5 ex togati per la riunione all'hotel Champagne sul procuratore di Roma) è il sito on line dell'Espresso.

Per due degli ex consiglieri - Massimo Forciniti, oggi pm a Crotone e Claudio Galoppi, attualmente consigliere giuridico presso il Senato - la contestazione è la stessa: aver sollecitato, con Palamara, un emendamento alla legge di stabilità del 2017, poi effettivamente presentato, per modificare la norma che impediva loro di essere nominati ad un ufficio direttivo prima del decorso di un anno dalla cessazione dalla carica di consigliere Csm. Al terzo, Valerio Fracassi, ora a capo dei gip di Brindisi, viene contestato di aver ottenuto da Palamara «di espungere dall'elenco dei posti di imminente pubblicazione quello di presidente di sezione di Brindisi», ufficio dal quale lui stesso proveniva, come scrive il settimanale citando l'atto di incolpazione del Pg.

Salvi ha invece incolpato il procuratore di Viterbo Paolo Auriemma perché «al fine di assicurarsi l'elezione al Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa otteneva da Palamara di interloquire e di esprimere il proprio assenso o dissenso sulle pratiche del Csm in grado di avere ripercussioni sulla sua campagna elettorale». Al presidente del tribunale di Brescia Vittorio Masia viene contestato di aver segnalato a Palamara nomi di colleghi, della sua stessa corrente, per posti chiave nel distretto di Brescia. La presidente del tribunale di Firenze Marilena Rizzo invece «avrebbe interloquito con Palamara per dare il suo 'assensò su alcune nomine», forte del «legame di natura associativa con Palamara».

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