Carte false per annullare le multe: condannati due finanzieri salentini

Carte false per annullare le multe: condannati due finanzieri salentini
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Martedì 2 Febbraio 2016, 10:46
SAN PIETRO - L’auto privata (propria o di altri) fatta passare per “auto di servizio”, meccanismo utile a far annullare alcune multe subite per violazioni banali del codice della strada. In particolare sanzioni per divieto di sosta e per un rosso al semaforo nei comuni di Squinzano e di San Pietro Vernotico. In aggiunta anche qualche oretta “rubata” al turno di servizio, documentata sulla carta ma effettivamente non svolta. È così che il giudice monocratico di Brindisi, Giuseppe Biondi ha condannato due finanzieri: Cosimo Perrone, 48 anni, di Trepuzzi, e Alberto Lollo, 48 anni, di Tiggiano, entrambi in servizio all’epoca dei fatti presso la tenenza di San Pietro Vernotico. La pena decisa ammonta a 5 anni per Perrone, e 3 anni e 6 mesi per Lollo. Il pm Raffaele Casto al termine della sua requisitoria aveva invocato una pena di 5 anni e 6 mesi per il primo, 3 anni e 4 mesi per il secondo.
Le accuse di falso ideologico costarono una misura interdittiva della sospensione dal servizio per due mesi al maresciallo delle Fiamme gialle Cosimo Perrone. Gli veniva contestato in sostanza di aver fatto valere la sua funzione di appartenente alla Tenenza della Guardia di finanza di San Pietro Vernotico. Cinque gli episodi in cui è accusato di falso nell’inchiesta delegata proprio ai colleghi sampietrani. In uno dei capi di imputazione è coinvolto anche il collega e pari grado, Lollo.
In ordine temporale il primo episodio è quello del 23 ottobre 2007 con la richiesta presentata dal maresciallo Perrone lla polizia municipale di San Pietro Vernotico per chiedere l’annullamento del verbale della sera del giorno prima riguardante una multa per sosta vietata in via Brindisi alla Mercedes parcheggiata in via Brindisi senza aver pagato il ticket. Il maresciallo Perrone, a quanto risultava negli atti, scrisse che quella Mercedes era stata lasciata lì in via Brindisi nel corso di alcune attività di polizia giudiziaria in casa di persone “segnalate”. Le indagini hanno invece messo in rilievo un’altra faccia della verità: il 22 ottobre del 2007, data del servizio di polizia giudiziaria indicato nell’istanza, il sottufficiale non era in servizio in quanto stava usufruendo di un periodo di licenza. Quindi l’annullamento di una multa alla Opel di un’altra persona parcheggiata in zona vietata in via Puccini, a Campo di Mare, il 5 luglio del 2009. Esigenze di servizio? No, dicevano gli inquirenti. No perché essendo domenica, stava usufruendo del riposo settimanale. L’altra multa fu quella contestata dalla polizia municipale di Squinzano il 3 dicembre del 2009 al conducente della Opel Vectra in uso al maresciallo Perrone, che passò con il semaforo rosso: nel ricorso l’indagato riportò ancora una volta la giustificazione “motivi di servizio”. Ma nel foglio di servizio dello stesso giorno non indicò Squinzano ma Torchiarolo per una verifica su aiuti comunitari ricevuti da un’azienda produttrice di olio di oliva e San Pietro per due controlli sulla spesa sanitaria. <HS>L’ultima multa è quella del 14 gennaio del 2010 alla Lancia Musa di Luciano Pezzuto, parcheggiata a San Pietro Vernotico in via Blasi davanti ad un passo carrabile. Per alcuni capi di imputazione, per cui i due hanno affrontato il processo, il pm ha invocato l’assoluzione, conclusione condivisa dal giudice monocratico.
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