Riconversione degli impianti a carbone: atteso il primo sì del Consiglio europeo sui fondi

Riconversione degli impianti a carbone: atteso il primo sì del Consiglio europeo sui fondi
di Francesco TRINCHERA
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Venerdì 19 Giugno 2020, 10:11 - Ultimo aggiornamento: 10:38
Un Consiglio europeo che sarà il primo passo, anche se forse non decisivo, per capire l'entità delle misure europee per aiutare l'economia fiaccata dal Covid-19 e che comprendono anche il Just Transition Fund. Oggi, infatti, i capi di stato e di governo dei paesi aderenti all'Unione europea si riuniranno in videoconferenza per discutere del cosiddetto Next generation Eu e di riflesso del Fondo per la giusta transizione, che i paesi dovrebbero utilizzare per uscire dall'uso di fonti fossili e che Brindisi spera di agganciare per il processo di decarbonizzazione dopo essere stata esclusa dalla prima bozza che invece includeva, per l'Italia, il territorio del Sulcis e quello di Taranto.

La nuova proposta della Commissione europea che sarà vagliata dal Consiglio, infatti, prevede l'innalzamento del Jtf da 7,5 a 40 miliardi di euro, con l'Italia che dovrebbe passare dai 364 milioni precedentemente stanziati a circa 2,1 miliardi di euro, più o meno il 5 percento dell'ammontare complessivo. La principale beneficiaria, invece, dovrebbe essere la Polonia (8 miliardi di euro). Si tratta di un finanziamento che, comunque, dovrà passare da quanto scaturirà nel dibattito degli altri due organismi (lo stesso Consiglio, appunto, ed il parlamento europeo).

Dei 40 miliardi che la Commissione vuole stanziare, 10 saranno trovati nel bilancio comunitario 2021-2027, con trasferimenti obbligatori tramite i meccanismi propri del Fondo per lo Sviluppo Regionale e del Fondo Sociale europeo, mentre gli altri 30 si troveranno nel Next Generation Eu, per gli anni tra il 2021 ed il 2024.
Per quanto non dovrebbero arrivare ancora risposte definitive, l'incontro di oggi potrebbe comunque porre le basi per avere un'idea più chiara sulle somme a disposizione dei vari paesi anche nella nuova versione del Fondo e dell'intero Next Generation Eu, che nella tabella di marcia Ue vorrebbero avesse contorni più precisi già a luglio, quando a prendere la presidenza di turno dell'Unione sarà la Germania.

Sembra esserci, in ogni caso, già un'impostazione su cui gli organismi vogliono lavorare. Nella lettera inviata ai vari rappresentanti nazionali, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha spiegato che l'incontro di oggi dovrebbe costituire un passo avanti fondamentale in vista del raggiungimento di un accordo in una successiva riunione fisica ma al tempo stesso ha auspicato che si raggiunga l'intesa su una serie di punti, tra i quali quello che l'intero pacchetto dovrebbe non solo affrontare la crisi immediata, ma anche costituire un'opportunità per trasformare e riformare le nostre economie e aiutarle ad abbracciare un futuro verde e digitale.
Come detto, il cammino prosegue anche in sede parlamentare: di recente la Commissaria alla Coesione ed alle Riforme Elisa Ferreira, in un'audizione nella Commissione Regi (competente per il Jtf) aveva spiegato di essere in contatto con gli Stati membri per poter intervenire su eventuali modifiche ed elaborazione dei piani territoriali di riferimento, ribadendo che comunque la ragion d'essere del provvedimento rimarrà inalterata.
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