Buoni spesa, un mese per il rimborso: i negozianti si defilano

Buoni spesa, un mese per il rimborso: i negozianti si defilano
di Alfonso SPAGNULO
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Martedì 21 Aprile 2020, 08:53
Era accaduto qualche giorno fa a Brindisi. In un'attività commerciale erano stati rifiutati i buoni spesa emessi dal Comune capoluogo per far fronte all'emergenza delle famiglie più bisognose. Il market, alla luce di quanto accaduto, era stato cancellato dall'elenco degli esercizi che avevano dato inizialmente disponibilità ad accettare i buoni spesa. Ora la stessa situazione è accaduta a Fasano. Alcuni negozianti non hanno voluto ritirare più i buoni spesa messi a disposizione dall'Amministrazione comunale per via delle modalità di riscossione.

Il Comune di Fasano provvederà al rimborso tra un mese e mezzo. In poche parole gli esercenti devono ritirare i buoni, pagare la merce in contanti ai fornitori e attendere gli inizi di giugno per il pagamento da parte dell'Amministrazione comunale. Qualcuno di quelli che inizialmente aveva dato disponibilità pare non potesse sostenere l'impegno economico anticipato. Ma nella convenzione stipulata tra Comune ed esercizi commerciali per l'utilizzo dei buoni spesa, era chiaramente specificata sia la scadenza dei buoni (31 maggio 2020) che le modalità di rimborso.

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«Il buono spesa - si legge nella convenzione - è rimborsato all'esercizio commerciale per il valore nominale dello stesso dietro presentazione al Comune di fattura in formato elettronico, il cui ammontare non potrà in alcun modo eccedere l'importo indicato sul singolo coupon o, in caso di fattura cumulativa, dei buoni nominali cui la stessa si riferisce, anche se l'esercizio commerciale ha volontariamente deciso e/o comunicato di applicare uno sconto sul valore della spesa, contestualmente alla fattura elettronica l'esercente dovrà produrre l'elenco dei prodotti alimentari forniti allegando il/i buono/i spesa in originale. Il titolare dell'esercizio commerciale convenzionato si impegna a consegnare tutta la documentazione necessaria ai fini del rimborso all'ufficio protocollo del Comune entro il 30 del mese successivo alla scadenza dei buoni (ovvero il 31 maggio)».

Ecco quindi che, pur comprendendo le difficoltà dei commercianti in questa delicata fase, contestualmente gli stessi nella sottoscrizione della convenzione avrebbero dovuto accertarsi delle clausole in essa contenute. Questo il parere del sindaco di Fasano Francesco Zaccaria e dell'assessore ai servizi sociali del Comune fasanese Angela Carrieri che ha voluto chiarire la questione.
«Ci tengo a precisare scrive l'assessore alcuni aspetti: primo fra tutti l'amministrazione ha dato piena libertà a tutti gli esercenti di aderire o meno alla convenzione per l'utilizzo e il rimborso dei buoni spesa a favore dei cittadini che, a causa dell'emergenza sanitaria, sono in difficoltà economica. In secondo luogo, l'amministrazione è stata chiara fin dall'inizio su tempi e modalità di rimborso, come si evince dalla convenzione. Documento che ciascun esercente ha firmato ed inviato via mail alla dirigente comunale Marisa Ruggiero prima di accettare i buoni spesa. Nonostante questo, vorrei tranquillizzare gli esercenti: dopo aver ricevuto la fattura, provvederemo a rimborso nel minor tempo possibile».

A Brindisi a denunciare le criticità era stato Teo Iaia, componente dell'esecutivo di Forza Italia di Brindisi. «Riceviamo - aveva denunciato Iaia - chiamate di cittadini che si stanno vedendo rifiutare i buoni spesa da punti vendita di catene nazionali che si pubblicizzano ad oggi sul sito del Comune di Brindisi qualificandosi come esercizi aderenti. Analoga situazione avviene in altri comuni pugliesi come l'Adoc Brindisi ha segnalato». Iaia aveva dunque chiesto all'Amministrazione di non lasciare inesitati i rifiuti e di aggiornare quotidianamente la lista degli esercizi rimuovendo da essa quelli che si rifiutano o che non rispettano le regole ed invitando tramite la polizia locale a far mettere agli esercizi fuori le regole per il ritiro degli stessi.
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