Porto di Brindisi, ira di Zizzi "incompatibile". Patroni Griffi: «Ho applicato la legge»

Porto di Brindisi, ira di Zizzi "incompatibile". Patroni Griffi: «Ho applicato la legge»
di Francesco RIBEZZO PICCININ
4 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:53

Non ci sta ad essere definito “incompatibile” il dirigente dei settori Attività produttive, Pubblica istruzione, Sport, Turismo, Cultura e Servizi demografici Nicola Zizzi. Quest’ultimo, infatti, pur essendo stato designato, a gennaio di quest’anno, come successore di Donato Caiulo (nomina mai ratificata per motivi di conflitto d’interesse sollevate dall’ente) all’interno del comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, non ha mai avuto la possibilità di sedere al tavolo in rappresentanza del Comune di Brindisi in quanto, anche nel suo caso, l’Authority ha sollevato un’eccezione di inconferibilità dell’incarico.

L'attacco di Zizzi

«Tutto questo – spiega il dirigente di palazzo di città – perché sono stato chiamato, non certo per mia volontà, a testimoniare nell’ambito di un’inchiesta che vede coinvolto il presidente dell’Autorità di sistema Ugo Patroni Griffi. Il quale, evidentemente, si è sentito in qualche modo in soggezione per questo». Il procedimento è quello sui presunti abusi edilizi nel porto di Brindisi. Le indagini della Guardia di finanza, infatti, avrebbero accertato alcuni presunti abusi in merito alla realizzazione di alcuni gabbiotti per i varchi doganali nell’area portuale. Sotto la lente degli investigatori anche una strada e una recinzione di un area portuale su cui vi è stato un contenzioso con il Comune.
Inchiesta che recentemente è passata alla fase processuale. «Tra l’altro – aggiunge Zizzi – il presidente Patroni Griffi ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato.

Questo vuol dire che tutto è “congelato” alla fase precedente il dibattimento, comprese le testimonianze. E che dunque non ci sarebbe alcun motivo di sentirsi in soggezione». In buona sostanza, a prescindere dall’esito dell’inchiesta, il dirigente del Comune di Brindisi ritiene di non essersi mai trovato in una situazione di inconferibilità, incompatibilità o di conflitto d’interesse.

La risposta di Patroni Griffi

Tuttavia, nonostante la designazione ufficiale da parte del sindaco Riccardo Rossi, Zizzi non è comunque mai riuscito a sedere in comitato di gestione. A spiegare il perché è, in questo caso, proprio il presidente dell’Authority. «Per Zizzi – chiarisce – il problema era dato dal conflitto di interessi in cui mi trovavo e mi trovo io. Infatti Zizzi è un teste dell’accusa nel processo per la recinzione. La legge 241 del 1990 in tutti i casi di possibile conflitto impone di astenersi (la nomina è di competenza esclusiva del presidente sebbene su designazione degli enti) e di segnalare il conflitto. Cosa che ho correttamente fatto, segnalando il conflitto al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, che ha condiviso l’applicazione della norma. L’ho fatto perché era giusto farlo. Nessuna soggezione ma lo scrupoloso rispetto della normativa».

Lo stallo

Come Zizzi, anche Caiulo non ha mai avuto modo di sedere in comitato di gestione. La prima volta a causa della sua collaborazione con Sogesid, società in house del ministero della Transizione ecologica e del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, il cui capitale è interamente detenuto dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Proprio Sogesid, infatti, ha in corso una serie di incarichi proprio da parte dell’Autorità di sistema. Tra questi, solo per citare qualche esempio, quello relativo al Piano regolatore portuale di Brindisi ma anche quello di supporto tecnico agli interventi ambientali ed infrastrutturali.
Dopo lo “stop” a Zizzi, il Comune ha provato nuovamente a designare Caiulo, che nel frattempo aveva rinunciato alla collaborazione con Sogesid. Così, nello scorso mese di maggio, il sindaco Rossi ha firmato un altro decreto di nomina. Ancora una volta, tuttavia, per motivi tecnico-giuridici la nomina non è mai diventata effettiva. E il Comune, ad oggi, non ha ancora un rappresentante nel comitato di gestione, a venti mesi dalle dimissioni di Alfredo Lonoce, nel dicembre del 2020. Una situazione per la quale il primo cittadino si è detto perplesso «per il fatto che si continuino a non accettare le nomine, non ritenendole compatibili. Ora, ad ogni modo, occorrerà fare una valutazione per una ulteriore designazione rispetto alle tre già fatte». Attualmente, l’amministrazione è il fase di riflessione ma già circola qualche ipotesi su chi possa essere, di fatto, il successore di Lonoce, vale a dire il nuovo dirigente del settore Ambiente di palazzo di città, l’avvocato Mario Marino Guadalupi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA