Zes, i vincoli scoraggiano gli investimenti: «Ad oggi nessuna domanda»

Zes, i vincoli scoraggiano gli investimenti: «Ad oggi nessuna domanda»
di Oronzo MARTUCCI
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Venerdì 7 Ottobre 2022, 05:00

«Noi imprenditori continuiamo a credere nel valore delle Zes come straordinaria occasione per attrarre nuovi investimenti e per convincere gli imprenditori che lo Stato vuole accompagnare il Mezzogiorno lungo un percorso nel quale la burocrazia non sia un ostacolo alla creazione di nuove occasioni di ricchezza e di lavoro. Ma è necessario un lavoro comune, tra portatori di interesse e rappresentanti istituzionali per superare alcune criticità che rendono ancora complicato, e in alcuni casi impossibile, gli investimenti nelle aree Zes, come nel caso di quelle perimetrale e ricadenti nel Comune di Brindisi»: è quanto sottolinea Angelo Contessa, presidente dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) di Brindisi, il quale martedì scorso ha organizzato, un confronto tra il Commissario Zes, Manlio Guadagnolo, e gli imprenditori nella sede di Confindustria.

Il bilancio


Guadagnolo ha spiegato il lavoro svolto sin dal momento della sua nomina, la costruzione di una task force che accompagnerà tutte le domande per ottenere il rilascio dell’Autorizzazione unica in tempi certi attraverso la presentazione della documentazione necessaria allo sportello unico digitale. Ha anche dato conto delle iniziative in corso per riperimetrare le aree Zes, così da aggiungerne altre più attrattive dopo aver eliminato quelle che si sono dimostrare inadeguate ad ospitare investimenti. 
E ha detto molto chiaramente che «ci sono domande per l’Autorizzazione unica per tutti i siti della Zes interregionale adriatica con la sola eccezione del Comune di Brindisi». Quasi una accusa agli investitori e agli imprenditori locali. Perché non ci sono domande a Brindisi? «Perché», spiega Contessa, «l’80 per cento delle aree ricadenti nel territorio del Comune di Brindisi rientrano nel perimetro del Sin (Sito interesse nazionale), cioè nell’area industriale di Brindisi, che è soggetta a bonifiche e quindi allo stato di fatto non è disponibile, e ai vincoli del Pptr (Piano paesaggistico territoriale regionale)».
«Se vogliono uscire da questa situazione», ha aggiunto Contessa, «dobbiamo unire le forze, come stiamo facendo attraverso l’Ance-Confindustria in collaborazione con l’Ordine dei commercialisti, per ottenere anche attraverso il commissario, il quale è l’interlocutore e il rappresentante del governo nella gestione delle Zes, interventi che superino le difficoltà emerse sinora». Infatti, il problema collegato alle aree Sin «si può risolvere attraverso una interlocuzione con i ministeri interessati attraverso il commissario Guadagnolo per fare in modo che sia rivisto il confine di quell’area Sin che al tempo in cui fu perimetrata fu dilatata al massimo, sino a coprire circa 6000 mila ettari e a coinvolgere terreni neppure inquinati o da bonificare», mentre per quanto riguarda i vincoli del Pnrr «è fondamentale il rapporto con la Regione, per verificare se ci sono percorsi per evitare che le aree restino indisponibili a ogni investimento. Perché noi continuiamo a credere che sia una occasione da non perdere, e in questo tipo di iniziativa penso che debba avere un ruolo anche il Consorzio dell’area di sviluppo industriale di Brindisi». 
«Si ci sono problemi vanno risolti e sono convinto che tutti insieme possiamo risolverli», ha concluso Contessa. All’incontro con Guadagnolo ha partecipato anche, in qualità di presidente del Centro ricerche Cetma, Francesco Saponaro. Il presidente del Cetma a conclusione dell’incontro ha evidenziato di essere «a conoscenza di investitori che trovano difficoltà a insediarsi a Brindisi a causa dell’obbligo di procedere alle operazioni di bonifica e dei costi collegati allo smaltimento dei rifiuti rivenienti dalla bonifica più che alle attività di bonifica vera e propria».
Insomma, la Zes continua a presentarsi come una eterna incompiuta, una occasione perduta a 5 anni dalla istituzione. Cinque anni durante i quali tutti i governi (Gentiloni, Governo Conte 1 e Conte 2, Draghi) hanno mostrato l’intenzione di voler lasciare il segno e di renderle operative. L’arrivo del Commissario e l’introduzione dell’Autorizzazione unica e dello sportello digitale perfezionati durante il governo Draghi nel 2021 avrebbero dovuto rappresentare i tasselli finale di questa lunga rincorsa verso l’attuazione delle Zes. Tant’è che il Commisssario di ogni Zes è stato dotato di una propria struttura con personale tecnico e amministrativo in numero adeguato e può contare sul sostegno dell’Agenzia per la coesione territoriale. Di più: il Commissario straordinario può assumere funzioni di stazione appaltante e operare con poteri straordinari in deroga alle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici; può assumere l’iniziativa di modificare la perimetrazione della Zes, fermo restando il limite massimo della superficie fissato per ciascuna Regione.
Con l’introduzione dell’Autorizzazione unica che supera tutte le altre autorizzazioni, concessioni, pareri, il commissario ha il potere di operare in variante agli strumenti urbanistici e di pianificazione territoriale, senza stravolgere il Piano paesaggistico regionale.

Però, nel caso di Brindisi tutti i poteri del commissario risultano vanificati, per mancanza di aree disponibili immediatamente e per i vincoli collegati al Pptr. Dunque, Contessa dice che gli imprenditori continuano a credere nelle opportunità offerte dalla Zes, ma gli imprenditori non possono certo attendere all’infinito che si risolvano i problemi collegati all’area Sin di Brindisi e al Pptr. Tante aree utilizzabili sono disponibili in altri siti. Per cui gli interventi per rimuovere le criticità vanno messi in cantiere subito, non tra un anno o due.

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