Brindisi, parte la vendemmia: meno uva per siccità e nubifragi, ma la qualità è alta

Brindisi, parte la vendemmia: meno uva per siccità e nubifragi, ma la qualità è alta
di Tranquillino CAVALLO
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Lunedì 29 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:00

In una prospettiva di totale incertezza economica e produttiva ha preso avvio la vendemmia 2022 anche in provincia di Brindisi mantenendo la tempistica, più o meno, dello scorso anno. Tuttavia, nel 2022 vi sono delle incertezze e delle incognite che gravano sul comparto. Infatti, la siccità e il caldo, oltre i 40 gradi, avrebbero tagliato la produzione di almeno il 15% con i vigneti messi a dura prova anche da continui eventi estremi come nubifragi e grandinate che stanno caratterizzando un agosto pazzo. «In provincia di Brindisi si è avuta prima la siccità poi le grandinate, eventi che avranno sicuramente effetti negativi sulle quantità, ma la qualità delle uve non si discute, e a quella qualità deve corrispondere il giusto prezzo», ha tenuto a precisare Pietro De Padova, presidente di Cia Due Mari.

La situazione

Al momento in provincia di Brindisi è terminata la vendemmia dello Chardonnay e sta per iniziare quella del Primitivo. «La situazione nella zona della Dop Primitivo di Manduria è complessa. L’anno scorso erano riconosciuti anche 170-180 euro a quintale. Quest’anno i prezzi sono in picchiata del 30-40% per il primitivo di Manduria Dop, mentre l’Igp Primitivo Salento è pagato a 50 euro, a fronte dei 150 euro a quintale del 2021», ha fatto notare il presidente De Padova secondo cui «con l’aumento dei costi delle materie prime gli agricoltori si vedono decurtato il reddito».

L'appello alla Regione

Intanto, nella prima decade di settembre si dovrebbero iniziare a vendemmiare tutte le altre tipologie di uve, comprese la Malvasia Nera e il Negramaro che formano la Doc Brindisi. «Per aiutare le aziende agricole a sopravvivere la Regione Puglia dovrebbe farsi promotrice di una defiscalizzazione degli oneri contributivi», è ciò che ha chiesto l’imprenditore agricolo e vice presidente della Cantina Riforma Fondiaria di Mesagne, Emanuele Guglielmi. «I costi di gestione – ha proseguito l’imprenditore – ci stanno soffocando.

Purtroppo l’azione speculativa messa in atto ai nostri danni dai trasformatori, con un basso prezzo di acquisto dell’uva da vino, non preannuncia nessuna ripresa. Le grosse aziende di trasformazione vogliono scaricare su di noi l’aumento dei loro costi di gestione». Per ciò che riguarda la vendemmia dello Chardonnay Guglielmi ha spiegato che «è stata buona sia sotto l’aspetto quantitativo sia sotto quello qualitativo. Bisogna tenere presente, però, che la mia azienda è irrigua altrimenti le aziende che non hanno potuto irrigare hanno registrato un calo di produzione».

Il calo del 20 per cento

Anche nella zona di Mesagne oggi inizia la vendemmia del Primitivo, del Cabernet e del Syrah, mentre per la Malvasia e Negramaro bisognerà attendere oltre la prima decade di settembre. Nel territorio di San Pancrazio la vendemmia dello Chardonnay è stata soddisfacente. «Abbiamo vendemmiato un’uva sana e di eccellente qualità», ha spiegato il presidente delle Cantine di San Pancrazio, Oronzo Pati. «Fare una stima di un eventuale calo di produzione sulle altre varietà di uve al momento è impossibile - ha chiarito il presidente – da lunedì iniziamo a tagliare il Primitivo e potremo constatare eventuali cali. La qualità, in ogni modo, è buona». Medesima situazione presso la cooperativa Agricola Latianese. «Abbiamo terminato la vendemmia dello Chardonnay riscontrando un calo di circa il 20 per cento, da lunedì iniziamo quella del Primitivo – ha detto Giuseppe Schiena, presidente del sodalizio latianese – per ciò che riguarda un eventuale calo di produzione generale dobbiamo aspettare il termine di tutte le operazioni vendemmiali». Infine, il presidente Schiena ha confermato che le vendite dell’uva, al momento, sono poche e a basso prezzo. Certamente prezzi che faranno chiudere in rosso i bilanci aziendali.

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