Primi passi dell’Università del Salento a Brindisi: due corsi sono già realtà

Primi passi dell’Università del Salento a Brindisi: due corsi sono già realtà
di Francesco TRINCHERA
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Lunedì 4 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 10:29

BRINDISI - «Brindisi è una città di mare e deve valorizzare questa sua vocazione. Siamo pronti a trasferire qui anche domani biologia marina e vorremmo fare qui anche qualcosa sull’archeologia subacquea. Prima, però, c’è la necessità che trovino l’accordo le istituzioni locali». Ferma restando la volontà, espressa più volte, di non sbilanciarsi per portare il giusto rispetto agli enti preposti (dalla Soprintendenza al Comune ed alla Regione), il rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice non nasconde di puntare molto sulla nascita di un eventuale polo del mare per Brindisi, in particolar modo nella location del Castello Alfonsino
Del dialogo con la Soprintendenza, avevano parlato il sindaco Riccardo Rossi ed il dirigente regionale Luigi De Luca in un recente convegno incentrato proprio sull’archeologia subacquea. «Ho una grandissima stima – ha rilevato Pollice - nella Soprintendenza, vorrei ricordare che la dottoressa Davidde non è solo una dirigente ma anche una grande esperta di archeologia subacquea. Per quanto mi riguarda, posso dire che metto a disposizione di Comune e Soprintendenza tutta la nostra professionalità, competenza, passione, pronti ad essere a fianco in ogni progetto». Brindisi, però, in quest’anno accademico sta ospitando altri corsi tra Palazzo Nervegna ed il Chiostro di San Paolo. Proprio nella giornata di oggi parte anche il corso in Sviluppo Sostenibile e Cambiamenti climatici: «Sul tema della transizione ecologica - ha specificato – il ruolo di Unisalento dovrebbe essere proattivo, l’obiettivo sarebbe non solo quello di rispondere alle esigenze del contesto territoriale ma in qualche misura di anticiparle, perché quello di cui abbiamo bisogno è da un lato formare le competenze per realizzare la transizione e dall’altro sviluppare attività di ricerca che ci consentano di raggiungere questo obiettivo». 
La riflessione di Pollice è incentrata poi sul possibile asse con enti pubblici o privati, con alcuni dei quali sostiene ci sia già un’ottima collaborazione: «Forse – ha precisato poi – dobbiamo fare ancora più rete e spero che i fondi in arrivo siano un’occasione ancora maggiore per collaborare, perché molti di questi si basano su un’azione di retizzazione, anche di livello sovraregionale».

Per il rettore, quindi, «Brindisi può diventare un laboratorio di sostenibilità perché è un territorio che ha attraversato una politica industriale che non è stata sensibile alle esigenze ambientali ma oggi possiamo costruire una nuova economia compatibile sia con le condizioni generali dell’ambiente che con le esigenze del territorio».

Le lezioni

È già partito da qualche giorno, invece, il corso di laurea magistrale in Scienze della Cooperazione Internazionale, che vede la collaborazione con le «Il rapporto con la base ormai è quasi simbiotico, abbiamo costituito dei corsi di laurea come questo. Oggi possiamo dire che i progetti che stiamo portando avanti porteranno Brindisi ancora più al centro delle reti globali». 
Nonostante l’autorizzazione arrivata solo a giugno abbia costretto ad una partenza più in ritardo del corso, Pollice (che in questo corso tiene anche lezione) guarda con ottimismo a quello che potrà nascere: «Avere l’opportunità – ha aggiunto - di corsi formativi a stretto contatto con delle basi Onu è un’opportunità unica al mondo, e noi possiamo offrire corsi formativi con questa specificità. Anche il corso di Sviluppo Sostenibile, poi, richiamano alcuni obiettivi propri delle basi e per le novità che annunceremo da qui a breve, forse già entro un mese questa collaborazione sarà ancora più stringente». Il rettore non si è voluto sbilanciare di più ma ha assicurato che si lavora a stretto contatto con le basi per sviluppare i nuovi progetti per dare una vocazione internazionale alla città. «C’è bisogno – ha rilevato – dell’affetto della comunità, perché spero che l’Università possa farsi amare da questo territorio: sono spesso qui perché credo che Brindisi sia una città che ancora non ha espresso tutto il suo potenziale».

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