Brindisi, estate da record per il turismo (nonostante le restrizioni)

Brindisi, estate da record per il turismo (nonostante le restrizioni)
di Oronzo MARTUCCI
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Giovedì 7 Ottobre 2021, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 13:59

Nei prossimi giorni le piogge presumibilmente interromperanno il flusso ininterrotto di arrivi che hanno portato la Puglia turistica nei mesi di luglio, agosto, settembre e i primi giorni di ottobre a far registrare numeri da record. I dati, provvisori di Pugliapromozione fanno riferimento nel mese di luglio 2021 a un aumento di arrivi rispetto al 2019 del 5,3 per cento e a una leggerissima contrazione delle presenze (meno 0,3 per cento) e nel mese di agosto a un meno 0,3 per cento di arrivi e un più 4,9 per cento di presenze. Si tratta di numeri che rafforzano la voglia della Puglia turistica di essere accogliente tutto l'anno, mentre risulta evidente che arrivi e presenze degli stranieri sono ancora molto limitati. Infatti: a luglio 2021 gli arrivi degli stranieri rispetto al 2019 sono stati il 26,70 per cento in meno, le presenze il 29 per cento in meno; ad agosto i numeri di Pugliapromozione fanno riferimento a meno 17,90 per cento di arrivi e al 14,60 per cento di presenze.

Le tendenze dei Comuni in estate


Ed è già tempo di verificare quali sono state le tendenze nei singoli Comuni in provincia di Brindisi, pur con dati che non hanno alcun valore statistico, e soprattutto di capire come affrontare un aumento di presenze che mette in discussione la vita delle comunità locali, spesso a causa della incapacità delle amministrazioni comunali di definire e preparare l'accoglienza per mancanza di mezzi economici o di idee. Il turismo è una ricchezza, ma fa emergere criticità che vanno governate, con una programmazione attenta che lasci spazio all'improvvisazione e all'affermazione di chi vuole gestire il mercato delle vacanze senza regole.


I numeri di arrivi e presenze (pernottamenti) registrati nei Comuni turisticamente rilevanti della provincia di Brindisi anche nel 2021 fanno emergere il primato di Fasano con 91.392 arrivi e 368.035 presenze comunicate sinora dagli operatori turistici all'Osservatorio di Pugliapromozione, con una percentuale di stranieri del 32 per cento, a fronte del 40 per cento prima della pandemia. I dati sinora elaborati in ogni caso fanno emergere Fasano ha già superato in arrivi e presenze i dati ufficiali e definitivi del 2020 quando gli arrivi furono 85.402 arrivi e le presenze 351.548 (con gli stranieri furono il 25 per cento del totale).
In forte crescita il turismo anche a Ostuni che sinora nel 2021 ha fatto registrare 70.518 arrivi e 318.070 presenze, mentre nel 2020 il totale era stato di 59.527 arrivi e 264.574 pernottamenti.

e a Carovigno con 54.741 arrivi e 385.355 presenze (nel 2020 gli arrivi erano stati 51.735 e le presenze 333.155).

In crescita i flussi turistici a Cisternino, a Mesagne, a Ceglie Messapica e a San Vito dei Normanni, località che non hanno sbocchi sul mare ma propongono attività di accoglienza turistica diversificate (San Vito è di fatto collegata alle marine di Carovigno, Ceglie e Cisternino propongono la loro ruralità e la gastronomia).
Va sottolineato che Cisternino, Mesagne, Ceglie Messapica e San Vito dei Normanni nel 2021 hanno fatto registrare stando ai dati sinora elaborati una consistente presenza di turisti stranieri (dal 45 al 50 per cento circa del totale). Si tratta di un dato presumibilmente collegato alla volontà degli stranieri di cercare accoglienza nelle case vacanza e nei B&B in Comuni dove ci sono meno turisti attratti dal mare, per evitare potenziali assembramenti e vivere in sicurezza. Stesso discorso a San Michele Salentino, dove la percentuale di stranieri è anche più alta, pur in presenza di cifre assolute più limitate degli altri comuni.
Un ragionamento a parte va fatto per Brindisi città, dove gli arrivi sinora registrati presso l'Osservatorio di Pugliapromozione per l'anno in corso sono di 38.309 arrivi e 103.770 pernottamenti, mentre nel 2020 vi erano stati 39.320 arrivi e 117.411 presenze. I dati del capoluogo in ogni caso non hanno alcun collegamento con il turismo balneare (che si concentra a Fasano, Ostuni e Carovigno) e sono alimentati da presenze business negli alberghi e nelle poche case vacanza. Al contrario le case vacanza e i B&B sono luoghi di attrazione per i turisti delle località costiere e di quelle dell'entroterra dove si sviluppa un turismo lento.
Alle presenze sinora conteggiate dall'Osservatorio, come per gli altri anni bisogna aggiungere le presenze stimate che secondo il centro studi Nmtc (New Mercury tourism consulting) di Firenze, nel 2019 erano a Ostuni quasi 6 volte quelle ufficiali e a Fasano e Carovigno tra 3 e 4 volte. Con una quantità di presenze che il territorio spesso non è nelle condizioni di reggere. Basti pensare al caos che si registra nel traffico, alla mancanza di parcheggi e alla presenza di cumuli di rifiuti nelle aree periferiche. E con un prodotto interno lordo pro capite bassissimo dei residenti nei comuni turisticamente rilevanti che fa immaginare una consistente presenza di attività che sfuggono ad ogni tipo di tassazione, sicché gli operatori privatizzano i profitti e socializzano le perdite. Il rapporto tra pil basso e alta percentuale di turisti anche a 5 stelle (come a Fasano) ha bisogno di essere indagato a fondo. Un rapporto malato che esiste da anni e tutti fanno finta di non vedere.
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