Abuso d'ufficio: condannati ex sindaco, la moglie e due tecnici

Il tribunale di Brindisi
Il tribunale di Brindisi
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 9 Maggio 2018, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 20:09
Non c’entra il presunto abuso edilizio, per cui c’è stata assoluzione, ma tutto l’iter amministrativo che ruotò attorno alla sanatoria concessa. Si parla di una villetta con piscina in parte ritenuta abusiva (inizialmente), abitazione di proprietà dell’allora sindaco di Torre Santa Susanna, Costantino Galasso.
E di un presunto abuso d’ufficio per cui oltre a Galasso, difeso dagli avvocati Pasquale Fistetti e Costantino Perrucci, per cui è stata decisa una pena di un anno e nove mesi, sono stati condannati la moglie, Giovanna Piera Delle Grottaglie (un anno e due mesi), difesa solo da Fistetti; il geometra Salvatore Bianco (un anno), responsabile del procedimento di rilascio del permesso in sanatoria, difeso dall’avvocato Cosimo Lodeserto, e l’ingegnere Raffaele Diviggiano (un anno e quattro mesi), progettista firmatario assistito dall’avvocato Roberto Palmisano. Era stato assolto, al termine di un giudizio con rito abbreviato, il funzionario responsabile dell’Ufficio urbanistica del Comune di Torre, Claudio Ferretti. L’inchiesta era stata condotta dalla finanza.
I fatti risalgono al 2013. La villa con piscina aveva già calcato i palcoscenici della politica, era finita sui giornali e anche nelle aule di giustizia, dove si era celebrato un processo per abusi edilizi chiuso con un’assoluzione proprio determinata dall’esistenza di una sanatoria in itinere che di fatto svuotava di rilevanza penale la vicenda.
Era risultato infatti in un acceso dibattito che aveva coinvolto il consiglio comunale che proprio Galasso si ritrovava  in un elenco di persone non in regola con i pagamenti di Ici, Imu e Tosap. Lo aveva scritto in una interpellanza un avversario politico, Cosimo Sanasi che all’epoca sosteneva che il sindaco in carica avrebbe classificato “la propria villa con piscina come se fosse una casa del tipo popolare e non una villa con categoria A/8 come lo è effettivamente”.
Ma questo poco o nulla c’entra con il merito dell’inchiesta che sarebbe stata avviata poco dopo dalla Finanza, su delega del pm, Milto De Nozza.
L’ex sindaco e la moglie, anche attraverso il trasferimento di un dipendente comunale che dapprima aveva opposto un diniego alla concessione della sanatoria, sarebbero riusciti poi a ottenerla sul “falso presupposto” che la demolizione delle opere (realizzate in difformità rispetto al permesso a costruire e quindi oggetto di un ordine di abbattimento dello stesso Comune) avrebbe pregiudicato la staticità del corpo di fabbrica principale. Per altro i coniugi avrebbero pagato per regolarizzare le opere solo 3.640 euro e non 110.000 euro, ossia il costo della sanzione pecuniaria prevista in casi analoghi ottenendo un ingiusto vantaggio. Funzionale al “disegno” il trasferimento da un ufficio a un altro del dipendente comunale non compiacente e l’adozione di atti illegittimi perché emessi in presenza di “un interesse personale”.
Lunedì scorso, in serata, la sentenza del Tribunale di Brindisi in composizione collegiale: per tutti è stata decisa la non menzione, subordinata per Galasso (sindaco fino al 2015) al pagamento della somma a titolo di provvisionale pari a diecimila euro, in favore della parte civile”, l’ingegnere Michele Sabba. Le motivazioni saranno depositate in un termine di 90 giorni.
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